RASSEGNA STAMPA 22 FEBBRAIO 2010 (Audio Mp3)
22 febbraio. Cattedra di San Pietro
Mt 16,13-19
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
IL COMMENTO
APPROFONDIRE
- Meditazione di Benedetto XVI su "La Cattedra di Pietro, dono di Cristo alla sua Chiesa"
- IL PRIMATO DEL SUCCESSORE DI PIETRO NEL MISTERO DELLA CHIESA. J. Ratzinger
- Ratzinger - Benedetto XVI. san Pietro, far sì che la Chiesa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura o con un solo Stato.
- P. Raniero Cantalamessa. Tu sei Pietro!
- Ratzinger - Benedetto XVI. S. Pietro. Le tre catechesi
- Una croce come trono, Una decapitazione come corona
- Jean Galot S.J. Il primato di Pietro secondo il Nuovo Testamento
- Antonio SOCCI. «Pietro è qui»
- Il ritratto neotestamentario di Pietro. Gianfranco Ravasi
- Carsten Peter THIEDE. Simon Pietro dalla Galilea a Roma
- Margherita GUARDUCCI. La verità della tomba di san Pietro
- Paolo BREZZI. Sollicitudo et potestas. Le prime manifestazioni della superiorità della sede romana
- IL PRIMATO DEL VESCOVO DI ROMA NEL PRIMO MILLENNIO
- Roma cattolica cinque volte prima!
- IL PRIMATO DI PIETRO SULL'OCCIDENTE E IL PIANO DELLA PROVVIDENZA.
- «Un altro ti condurrà dove tu non vuoi». E Pietro andò a Roma
- Alessandro NICOTRA. In principio era il Primato
22 Febbraio. LA DIVINA MISERICORDIA APPARIVA 79 ANNI FA A PLOCK, IN POLONIA, A SUOR FAUSTINA KOWALSKA.
Il 22 febbraio di 79 anni fa a Plock, in Polonia, suor Faustina Kowalska riceveva la prima apparizione della Misericordia. Il 22 febbraio del 1931, la santa scriveva nel suo diario: “Vidi il signore Gesù: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Dopo un istante Gesù mi disse: dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto la scritta: Gesù confido in te! Voglio che l’immagine che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Il desiderio ha trovato realizzazione il 30 aprile del 2000, quando Giovanni Paolo II proclamò santa suor Faustina e istituì la festa della Divina Misericordia. Nel 2002, Papa Wojtyla per l’ultima volta nella sua terra natale, celebrò la Messa per la consacrazione del santuario della Divina Misericordia nei sobborghi di Cracovia. In quell’occasione il Papa affidò il mondo alla Divina Misericordia.
Dobbiamo saperci dimenticare. don Divo Barsotti
- A che serve pregare?
- Mercoledì delle Ceneri: i consigli di sant'Antonio per iniziare bene la Quaresima
LA QUARESIMA CON BENEDETTO XVI:
La splendida catechesi sulla quaresima:
Il Papa: la conversione non è una semplice decisione morale ma è una scelta di fede in misura alta, un'immersione nel Mistero Pasquale
L'omelia nel mercoledì delle ceneri:
il Papa: La quaresima è un battesimo, un'immersione nella volontà di Dio, seguendo Cristo con umiltà per partecipare alla sua vittoria sul peccato
Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2010 “La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo”
ALL'ALBA DEL PRIMO GIORNO DOPO IL SABATO
Segni dalla tomba vuota
Leah Winandy / Mechelle Hall
UN GIORNO BENEDETTO
Il Papa ai presbiteri: l’obbedienza a Dio, cioè la conformità, la verità del nostro essere, è la vera libertà, perché è la divinizzazione
INCONTRO CON I PARROCI DELLA DIOCESI DI ROMA
"LECTIO DIVINA" DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Aula della Benedizione Giovedì, 18 febbraio 2010
La vera umanità è partecipare realmente alla sofferenza dell’essere umano, vuol dire essere un uomo di compassione – metriopathein, dice il testo greco – cioè essere nel centro della passione umana, portare realmente con gli altri le loro sofferenze, le tentazioni di questo tempo: “Dio dove sei tu in questo mondo?”... L'umanità del sacerdote non risponde all’ideale platonico e aristotelico, secondo il quale il vero uomo sarebbe colui che vive solo nella contemplazione della verità, e così è beato, felice, perché ha solo amicizia con le cose belle, con la bellezza divina, ma “i lavori” li fanno altri. Questa è una supposizione, mentre qui si suppone che il sacerdote entri come Cristo nella miseria umana, la porti con sé, vada alle persone sofferenti, se ne occupi, e non solo esteriormente, ma interiormente prenda su di sé, raccolga in se stesso la “passione” del suo tempo, della sua parrocchia, delle persone a lui affidate. Così Cristo ha mostrato il vero umanesimo. Certo il suo cuore è sempre fisso in Dio, vede sempre Dio, intimamente è sempre in colloquio con Lui, ma Egli porta, nello stesso tempo, tutto l’essere, tutta la sofferenza umana entra nella Passione. Parlando, vedendo gli uomini che sono piccoli, senza pastore, Egli soffre con loro e noi sacerdoti non possiamo ritirarci in un Elysium, ma siamo immersi nella passione di questo mondo e dobbiamo, con l’aiuto di Cristo e in comunione con Lui, cercare di trasformarlo, di portarlo verso Dio. Gesù porta realmente questo grido dell’umanità a Dio, alle orecchie di Dio: “Aiutaci e ascoltaci!”. Egli trasforma tutta la sofferenza umana, prendendola in se stesso, in un grido alle orecchie di Dio. E così vediamo che proprio in questo modo realizza il sacerdozio, la funzione del mediatore, trasportando in sé, assumendo in sé la sofferenza e la passione del mondo, trasformandola in grido verso Dio, portandola davanti agli occhi e nelle mani di Dio, e così portandola realmente al momento della Redenzione
Il Papa pastore
CHIESA
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Frammenti per orientarsi
A PROPOSITO DELL'INCONTRO DEI VESCOVI IRLANDESI IN VATICANO
Quando il Figlio dell'uomo tornerà troverà la fede sulla terra? Anche la pedofilia è figlia della crisi di fede
Ancora una volta il Santo Padre sottolinea il vero, grande, cruciale problema che affligge la Chiesa: la mancanza di fede. Sul Comunicato reso pubblico questo mattina al termine dell'incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i Vescovi della Conferenza Episcopale Irlandese, si legge: "Il Papa ha fatto riferimento alla crisi della fede, più generalizzata, che colpisce la Chiesa, collegandola alla mancanza di rispetto per la persona umana e all'affievolimento della fede che è stato un significativo fattore nel contribuire al fenomeno degli abusi sui minori".
I titoli dei giornali, come al solito, bucano la notizia essendo tutti orientati sulla parte del Comunicato riguardante la denuncia della pedofilia da parte del Papa. Il che è più preoccupante perchè appare chiaro che, secondo le parole del Santo Padre, o si affronta "l'attuale crisi con onestà e coraggio" nel " rinnovamento della fede in Cristo", o la Chiesa perderà "la credibilità spirituale e morale". Onestà e coraggio non significano solo riconoscere le colpe e collaborare con la giustizia, secondo lo schema tutto mondano proposto dai media. Se questo bastasse, in quanto a pedofilia si dovrebbe star molto meglio fuori della Chiesa, dove regna il giustizialismo senza se e senza ma nei confronti degli orchi, spesso prendendo sonori abbagli, questi sì non riconosciuti pubblicamente dopo aver distrutto esistenze innocenti, anche di molti presbiteri. Ma forse è pur questo comprensibile secondo la logica del mondo, visto il clima. Il punto è che carcere e castrazione chimica non risolvono il problema. Ed il Papa lo sa molto bene.
La "mancanza di fede ha contribuito al fenomeno degli abusi". Senza fede si annebbia la vista del cuore e della ragione e non si riesce più a riconoscere la dignità della persona umana. Facendo salve le patologie che debbono essere curate o tenute a freno, la questione è di gran lunga più generale e coinvolge anche tante anime belle che mentre si scagliano contro la Chiesa compromessa con le sue cosiddette mele marce, esaltano lolite e sesso libero anche per le adolescenti, e polverizzano la dignità della persona legalizzando aborto, selezione eugenetica, eutanasia, pillole del giorno dopo come semplici anticoncezionali e molto altro. Se la fede scricchiola non si vede più Dio da nessuna parte, nella nostra stessa vita e in quella di chi ci è vicino, addirittura di chi ci è nato dentro, in quel grumo di cellule che è il cosiddetto prodotto del concepimento. Senza uno sguardo di fede è impossibile il "riconoscimento della dignità umana in quanto diritto inalienabile" perchè esso "trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d’uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell’uomo.... E’ necessario, pertanto, ripetere con fermezza che non esiste una comprensione della dignità umana legata soltanto ad elementi esterni quali il progresso della scienza, la gradualità nella formazione della vita umana o il facile pietismo dinanzi a situazioni limite. Quando si invoca il rispetto per la dignità della persona è fondamentale che esso sia pieno, totale e senza vincoli, tranne quelli del riconoscere di trovarsi sempre dinanzi a una vita umana..." perchè "fin dal primo istante, la vita dell’uomo è caratterizzata dall’essere vita umana e per questo portatrice sempre, dovunque e nonostante tutto, di dignità propria" (cfr Benedetto XVI, Udienza i partecipanti alla XVI Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 12 febbraio 2010).
Ma la crisi di fede riguarda anche la Chiesa. Senza di essa tutto diviene moralismo, legalismo, efficientismo, sentimentalismo; i criteri mondani si impongono nella guida della Chiesa, nelle Diocesi come nelle parrocchie, nei diversi Istituti e nelle diverse attività caritative, come ha recentemente sottolineato il Papa ai seminaristi e durante la visita all'Ostello della Caritas. Ma quale fede è oggi in crisi? Si tratta di quella vissuta che diviene dinamica esistenziale riverberando la luce pasquale su ogni pensiero, parola e gesto. La fede adulta che riconosce in ogni evento ed in ogni persona il tratto inconfondibile dell'amore misericordioso di Dio. La fede che intercetta il Mistero Pasquale del Signore incastonato nella storia, e spinge la Chiesa sui sentieri della speranza dinnanzi ad ogni situazione, anche la più drammatica e senza alcun sbocco apparente. La fede che apre il cuore alla carità di Cristo che "urget nos" e scioglie i cristiani da una vita avvitata nell'egoismo per farli vivere per Colui che è morto e risorto per loro. La fede che vede Cristo ovunque e in ogni istante e che, con Lui, brucia di zelo per la salvezza delle anime. La fede che getta la Chiesa sino ai confini della terra sui sentieri dell'annuncio del Vangelo. La fede che incide nei cuori la certezza che Cristo è risorto e vivo ed è ogni giorno con i suoi apostoli sino alla fine del mondo.
La crisi di fede ha spento tutto ciò creando le premesse per la secolarizzazione e la mondanizzazione che, alla fine, genera e protegge mostri. Il sale se perde il sapore non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato. Per questo, nelle parole del Papa ai Vescovi irlandesi, ascoltiamo chiara l'eco delle tremende parole del Signore: "Quando il Figlio dell'uomo verrà troverà la fede sulla terra?". In fondo è questo il compito affidato al Papa e alla Chiesa intera: custodire fedelmente il deposito della fede, che non è solo un affastellamento di dogmi e articoli del credo, ma è cosa viva, la Grazia di una Vita nuova e celeste che si incarna nelle esistenze dei cristiani. Affrontare la crisi con coraggio ed onestà è allora innanzi tutto prendere coscienza della "necessità di una riflessione teologica più profonda sull'intera questione" che parta dal riconoscersi mancanti ed in errore, e che conduca la Chiesa a ricominciare a preoccuparsi della fede, in una seria formazione, dei presbiteri come dei laici. Benedetto XVI infatti "ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una migliore preparazione umana, spirituale, accademica e pastorale dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa e di quanti sono stati già ordinati e consacrati". Preparazione e formazione permanente nella fede sono dunque il cammino che il Papa ha tracciato alla Chiesa. Perchè il Figlio dell'Uomo tornando tra noi, vi trovi la fede.
Antonello Iapicca Pbro