DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Bullismo a Nordest cittadina sotto scacco. Anche scosse elettriche e collette forzate

DA CIVIDALE (UDINE)
FRANCESCO DAL MAS

D
al bullismo alla droga e all’alcol, passando per le estorsioni. Da Cividale del Friuli a Vicenza, ovvero da un confine all’altro del Nordest. Nella cittadina dei Longobardi, a ridosso della frontiera con la Slovenia, un centinaio di ragazzi è finito nei guai per spaccio e uso di droga, con tutto quel che comporta questo mercato, anche in termini di violenza, per cui i carabinieri hanno proceduto a tre arresti. Per quanto riguarda gli altri giovani coinvolti alcuni sono finiti sotto inchiesta e altri sono stati segnalati al tribunale dei minorenni e alla prefettura. A Vicenza cinque studenti sono stati denunciati per estorsione: erano riusciti a farsi pagare da un compagno ben duemila e quattrocento euro per l’aiuto che gli prestavano in laboratorio. E a Cividale come a Vicenza c’è chi parla addirittura di corruzione, sull’esempio degli adulti. E per chi non cede, ecco le minacce, finanche le violenze, come l’impiego di uno storditore elettrico (proprio il marchingegno usato per il bestiame, dentro e fuori le stalle, o per gli altri animali): non paghi? Ecco la scarica all’addome o a una gamba. Parliamo di ragazzi delle prime classi superiori. Quelli che sono adusi, soprattutto il sabato notte, a organizzare i festini a base di alcol, ma soprattutto di hashish, ecstasy, marijuana, perfino cocaina. Chi paga? Papà e mamma se «abbandonano» in casa soldi o gioielli. Oppure i compagni di scuola, attraverso collette, a tariffa nient’affatto variabile (sulla base della generosità del singolo), ma imposta, magari a suon di minacce. Chi non mette le mani in tasca o lo fa con ritardo, viene inesorabilmente punito. A calci e pugni, e se non basta con lo storditore. Risultato? Tre arresti per spaccio di droga, trentasei indagati (di cui diciassette segnalati al tribunale dei minorenni di Trieste), a vario titolo, quindi non solo per spaccio di droga, ma anche per altri reati tra cui minacce, lesioni, favoreggiamento, e sessantacinque ragazzi (di cui circa la metà minori) segnalati alla prefettura quali consumatori. Tra le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, una nei confronti di un giovane che era minorenne all’epoca dei fatti e che è stato perciò affidato a una comunità. Le indagini, per le quali sono state utilizzate anche le intercettazioni telefoniche, erano state avviate nel corso dell’anno scolastico 2008-2009 in alcuni istituti cividalesi dal commissariato di pubblica sicurezza e dalla compagnia dei carabinieri di Cividale. Facile, per gli uomini dell’Arma, scoprire che i rifornimenti arrivavano da Udine o da Pordenone, piazze con alle spalle un altro mercato, più vasto ancora, quello del Veneto. E gli stupefacenti, ben s’intende, venivano consumati anche all’interno delle scuole, nelle ore di pausa, tra una lezione e l’altra.
Tra gli indagati, anche i dirigenti di un istituto per omessa denuncia dei presunti responsabili di un pestaggio che aveva comportato anche l’intervento del 118, ma che si era risolto con l’adozione di un
provvedimento disciplinare e non era stato segnalato alle forze dell’ordine. «I numeri fanno impressione, le accuse ancora di più, ma - precisa don Loris Della Pietra, responsabile della pastorale giovanile della forania ­sono ancora più numerosi i ragazzi che s’impegnano a scuola e, magari anche al lavoro, sulla frontiera della vita. È da questi ultimi che bisogna partire per creare una comunità calda, calorosa, affettuosa, insomma accogliente, dentro e fuori la scuola, per offrire punti di riferimento a chi va allo sbando.
Qui arrivano ragazzi da tutte le valli, anche da oltre confine, perché ci sono, fra l’altro, numerosi istituti professionali e il convitto. La sfida educativa, quella appunto sollecitata dalla Chiesa, c’impone di non stare alla finestra».

Tre arresti e un centinaio di ragazzi indagati o segnalati in seguito al blitz tra Cividale e Vicenza


© Copyright Avvenire 21 febbraio 2010