DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Filantropia? La fondazione Gates finanzia pubblicamente le organizzazione abortiste

La fondazione di Bill e Melinda Gates, il cui motto paradossalmente è “all lives have equal value”, figura tra i maggiori finanziatori privati di organizzazioni abortiste e anticoncezionaliste al mondo. I dati sono pubblicati dai siti pro-life americani e confermerebbero la potenza economica delle lobbies che, adeguatamente finanziate da governi ed enti privati, cercano in tutti i modi di diffondere nel mondo le legislazioni abortiste e le strutture dove realizzare aborti e la capillare diffusione di anticoncezionali e farmaci abortivi.

Proprio nella sua ultima enciclica, la Caritas in Veritate, così si è espresso papa Ratzinger: “Nei Paesi economicamente più sviluppati, le legislazioni contrarie alla vita sono molto diffuse e hanno ormai condizionato il costume e la prassi, contribuendo a diffondere una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale. Alcune Organizzazioni non governative, poi, operano attivamente per la diffusione dell'aborto, promuovendo talvolta nei Paesi poveri l'adozione della pratica della sterilizzazione, anche su donne inconsapevoli. Vi è inoltre il fondato sospetto che a volte gli stessi aiuti allo sviluppo vengano collegati a determinate politiche sanitarie implicanti di fatto l'imposizione di un forte controllo delle nascite” (n.28).

Vediamo allora qualche particolare riguardante l'uomo più ricco del mondo e la fondazione cui si starebbe dedicando insieme con la moglie Melinda. In un dettagliato articolo di Samantha Singson, pubblicato nello scorso luglio da alcuni siti americani (http://www.lifesitenews.com/ldn/2009/jul/09070910.html), si riferisce dei 23 milioni di dollari offerti dalla Bill and Melinda Gates Foundation, insieme con la Hewlett Foundation e altre sedicenti “charitable foundations”, a sostegno dell'attività svolta dalla più potente organizzazione abortista mondiale, la IPPF (International Planned Parenthood Foundation): questa entità consociativa, nel proprio report ufficiale sulle iniziative svolte nel 2008, si vanta di aver contribuito alla realizzazione nel mondo di 650.000 aborti e di 24 milioni di “servizi contraccettivi” godendo del finanziamento di 17 governi nazionali nonché dell'ONU e dell'Unione Europea.

Altri articoli riferiscono di altri fondi stanziati precedentemente dai coniugi Gates all'IPPF (http://www.stopp.org/st001213.htmhttp://www.stopp.org/rr0309.htm). Altri ancora parlano dell'assegno di 287 milioni di dollari staccato dalla coppia Gates per la lotta contro l'AIDS, in polemica esplicita con la Chiesa Cattolica che rifiuta la diffusione del preservativo. In un articolo del New York Times si afferma che la loro fondazione avrebbe speso finora 522 milioni di dollari per “family planning” e programmi di “salute materna” (http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9902E7DC1330F935A35754C0A9609C8B63&sec=&spon=&pagewanted=2 ).

Secondo i dati pubblicati da Wikipedia, la fondazione suddetta gode di un fondo di 26 miliardi di dollari. La Microsoft di un capitale di 270 miliardi di dollari. Bill Gates avrebbe un patrimonio personale di 40 miliardi di dollari. Melinda Gates è cattolica, e, stando al suddetto articolo del NYT, sembrerebbe personalmente contraria all'aborto : anche questo dato fa capire quanta tragica confusione ci sia nelle coscienze contemporanee, contese tra molteplici interessi ideologici, politici, economici, giornalistici. Suo marito Bill viene da una famiglia protestante congregazionalista (calvinista): ammira l'elevatezza morale del cristianesimo, ma non è praticante e sembra propendere per l'agnosticismo.

In Vaticano per le attività informatiche si utilizzano come sistemi operativi Unix e Linux: non sembra essere un caso.

© Copyright http://www.libertaepersona.org/


Troppa filantropia, Mr. Gates

La filantropia di Bill Gates è sempre e comunque un bene? È la domanda posta da un recente editoriale pubblicato dalla rivista medica «The Lancet», accompagnato da un commento e uno studio (li trovate qui) che hanno fatto le pulci e diverse critiche ai finanziamenti di Gates, l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 40 miliardi di dollari nel 2009, per progetti sanitari dedicati ai pesi poveri e in via di sviluppo.

Potrebbe sembrare ingratitudine, o magari curiosità morbosa. Ma in realtà la questione è molto seria. Nel 2007 Bill Gates per mezzo della sua fondazione ha speso 1,22 miliardi di dollari in progetti riguardanti la «salute globale». Una cifra di poco inferiore al budget dell’Organizzazione mondiale della sanità, che nello stesso anno è stato di 1,65 miliardi di dollari.

Dunque come sottolinea «The Lancet» è fin troppo chiaro che Bill Gates è uno dei principali attori delle politiche sanitarie mondiali. E questo ruolo di primo piano non è cosa recente, visto che tra gennaio 1998 e dicembre 2007, la sua fondazione ha elargito finanziamenti nel campo della salute per nove miliardi di dollari.

Ma se l’Organizzazione mondiale della sanità ha un processo decisionale che coinvolge i vari membri, cioè le nazioni, gli investimenti filantropici di Gates «sono guidati dall’interesse e dalla passione della famiglia» del miliardario americano. Da una parte è giusto che sia così, in fondo sono soldi suoi. Dall’altra però questo potere di influenzare pesantemente l’agenda sanitaria globale dovrebbe essere governato, come suggerito dagli autori dello studio, da un meccanismo di scelta trasparente e soprattutto da un processo di valutazione indipendente, che coinvolga il giudizio di esperti esterni alla fondazione, e non sulla base di reti di relazione.

Finora così non è stato e i risultati parlano chiaro. Gli investimenti della Fondazione Gates non hanno corrisposto alle reali esigenze sanitarie riportate nel global burden of disease, l’indicatore più usato per valutare lo stato di salute delle popolazioni. Per esempio i finanziamenti hanno riguardato soprattutto malaria e HIV, in misura minore tubercolosi, salute dei bambini e nutrizione, mentre sono assenti le malattie croniche. Anche in questo caso si potrebbe obiettare: i soldi sono i suoi, che li spenda come meglio crede.

Il problema è che investimenti in malaria, per esempio, in luoghi dove i problemi sanitari sono ben altri trascinarsi dietro anche investimenti di altre fondazioni o autorità locali, in una spirale perversa che incentiva la visibilità di politici e decisori politici. In altre parole, la Fondazione Gates è in grado di influenzare sia direttamente sia indirettamente le decisioni riguardanti la sanità dei paesi che intende aiutare in un processo che può non rispondere alle reali esigenze della popolazione.

Se poi si va a guardare meglio ai finanziamenti, secondo lo studio di «The Lancet» il fiume di denaro non finisce affatto nelle casse dei paesi poveri. Dei nove miliardi elargiti tra 1998 e 2007, il 65 per cento (ovvero 5,82 miliardi) sono arrivati a 20 organizzazioni, pubbliche e private, di paesi ricchi. Ai paesi più poveri è toccato un misero cinque per cento della torta.

Insomma, gli interrogativi sono tanti. Anche se alla Fondazione Gates va riconosciuto il ruolo fondamentale di sensibilizzazione per i problemi sanitari dei più poveri. E una partecipazione di primo piano ad alcuni progetti non suoi, come la Global Alliance for Vaccines and Immunisation finanziata nel 1999, un anno prima dell’inizio delle attività, con 750 milioni.

E tuttavia resta il conflitto tra un potere assoluto e la necessità di soluzioni condivise. Un conflitto che una delle riviste mediche più autorevoli vorrebbe vedere risolto.


http://spataro-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/