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Che era una buona cristiana, la domenica andava regolarmente alle funzioni ma, ahimè, anzi ahilei, non era sempre stata cristiana. E quando in Olanda è arrivata l’occupazione tedesca è quasi subito apparso chiaro che fuga da Vienna e conversione non erano servite a molto, e infatti nel 1942 viene obbligata a portare la stella gialla, e poco dopo arriva a lei e al fratello l’ordine di presentarsi per andare “a lavorare in Germania”. È a questo punto che entrano in scena Gerard e Jacob, che si mobilitano per salvarla: trovare un rifugio sicuro, convincerla a separarsi dai genitori, convincere i genitori a separarsi da lei. Impresa non facile perché nessuno o quasi, all’epoca, si rendeva conto di che cosa realmente incombesse sugli ebrei, e non molti, dunque, erano disposti a lasciar smembrare le famiglie. Ma alla fine la missione va in porto. Fine della storia? No. Perché, sistemata Marianne, i due fratelli cominciano a chiedersi: e tutti gli altri? Quelli che non hanno la ventura di essere nostri amici? Quelli che non hanno amici cristiani perché non hanno mai pensato a convertirsi e non frequentano dunque chiese e parrocchie? Quelli dobbiamo condannarli a morte? Detto fatto si rimettono in moto, e in quattro e quattr’otto mettono in piedi un’organizzazione, l’NV, tutta fatta di ragazzini, adolescenti o poco più, che riusciranno a salvare centinaia di bambini ebrei.
Notizie dettagliate su di loro e su altri eroici salvatori di bambini le potete trovare nel bellissimo Nascere con la stella di Debóra Dwork, Marsilio.
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