DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

I silenzi di Pio XII? Ve li racconta un nazista Versione adatta alla stampa

di Rodolfo Lorenzoni
Tratto da Rai Vaticano - il blog l'1 febbraio 2010

Ralph Hochhuth. Fu lui, con lo spettacolo teatrale “Il Vicario”, ad aprire nel 1963 il dibattito sui presunti silenzi filonazisti di papa Pio XII: più che un dibattito, una valanga di polemiche che si trascina fino ai nostri giorni, spesso alimentata da personaggi che hanno l’unico obiettivo di colpire l’immagine della Chiesa. E tutto ciò malgrado nel corso degli anni si siano accertati i numerosi errori fattuali e le distorsioni interpretative di quell’opera teatrale, poi riproposti da Costa-Gravas nel suo film “Amen” nonché da schiere di storici improvvisati.

Bene, anzi male: oggi, grazie a un intervento di Bernard-Henry Lévy ripreso da Pierluigi Battista del “Corriere della sera”, si apprende che Hochhuth sarebbe un “negazionista patentato”, amico e sodale del più noto tra gli storici negazionisti, quel David Irving arrestato in Austria nel 2005 e riconosciuto colpevole dal tribunale “di aver glorificato ed essersi identificato con il partito nazista tedesco”.

Dunque, in sintesi: un antisemita, concorde amico di negazionisti di professione, accusa Pio XII di essere stato silente di fronte al nazismo o, peggio, complice di Hilter. Come si vede il cortocircuito è logico, prima che essere di carattere storico. E a mio parere costituisce riprova di una verità tanto evidentemente ricorrente quanto oscurata: se si tratta di attaccare e screditare la Chiesa, ciò che conta non è la verità storica ma il risultato finale. Per raggiungere il quale ci si può tranquillamente servire anche delle panzane di un commediante nazista.