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I Vescovi USA chiedono di non affossare il dibattito sulla riforma sanitaria; rimozione dal testo finale di tutte le misure contrarie alla vita

WASHINGTON, D.C., lunedì, 1° febbraio 2010 (ZENIT.org).- I Vescovi degli Stati Uniti esortano i legislatori a portare avanti il dibattito sulla riforma sanitaria nonostante i cambiamenti politici che hanno sospeso il disegno di legge.

In una lettera inviata martedì scorso, la Conferenza Episcopale ha chiesto ai congressisti di “impegnarsi ad approvare un'autentica riforma sanitaria che difenda la vita, la dignità, la coscienza e la salute di tutti”.

Dopo che la Camera dei Rappresentanti, a maggioranza democratica, ha approvato il suo disegno di legge il 7 novembre e il Senato – anch'esso a maggioranza democratica – ha approvato la sua proposta di riforma il 24 dicembre, si è deciso che i disegni di legge venissero combinati e votati entro breve termine.

L'elezione del Senato del Massachusetts della settimana scorsa ha deluso la maggioranza democratica, dando ai repubblicani voti sufficienti per bloccare la legislazione e quindi cambiare il clima in cui il disegno di legge è passato in origine.

Nancy Pelosi, portavoce della Camera, ha dichiarato che i legislatori sono determinati a far passare il disegno di legge di riforma nonostante la sconfitta. Ad ogni modo, devono affrontare la sfida di scrivere un testo di riforma comune che venga accettato sia dai democratici che dai repubblicani.

La Conferenza Episcopale ha inviato la sua lettera per incoraggiare i congressisti a mettere da parte le questioni politiche e a tornare a concentrarsi sulla promozione di una riforma dell'assistenza sanitaria.

La lettera era firmata a nome della Conferenza dal Cardinale Daniel DiNardo di Galveston-Houston, Texas, presidente del Comitato per le Attività Pro-Vita; dal Vescovo William Murphy di Rockville Centre, New York, presidente del Comitato sulla Giustizia Interna e lo Sviluppo Umano; dal Vescovo John Wester di Salt Lake City, Utah, presidente del Comitato sulle Migrazioni.

“Il dibattito sulla sanità, con tutti i suoi conflitti politici e ideologici, sembra aver perso il suo centro morale e la priorità, che è assicurare a tutti un'assistenza accessibile e di qualità”, sottolineano i presuli.

“Non è il momento di abbandonare questo compito”, aggiungono, “ma di mettere da parte le divisioni di partito e le pressioni interessate per cercare invece dei modi per promuovere un'autentica riforma”.

“Anche se i contesti politici sono cambiati, il fallimento morale e politico che lascia decine di milioni di nostri fratelli e di nostre sorelle senza accesso all'assistenza sanitaria resta”, denunciano.

“Dobbiamo tutti continuare a lavorare per giungere a una soluzione che difenda la vita di ciascuno e rispetti la sua dignità”.

I Vescovi hanno riconosciuto il “grande progresso” compiuto dai disegni di leggi passati sia alla Camera che al Senato nell'estendere la copertura sanitaria, ma hanno anche notato che questi progetti “continuerebbero a lasciare tra i 18 e i 23 milioni di persone nella nostra Nazione senza un'assicurazione sanitaria”.

Vita e coscienza

La Conferenza Episcopale ha espresso disappunto per il fatto che il disegno di legge del Senato “non sia conforme ai nostri criteri morali relativamente a vita e coscienza”.

“In particolare, viola la lunga politica federale contro l'uso di fondi federali per aborti volontari e piani sanitari che includano aborti di questo tipo”, ha dichiarato.

“Crediamo che la legislazione che manchi nel conformarsi a questa politica e ai precedenti non sia una vera riforma dell'assistenza sanitaria e debba essere osteggiata finché non si rimedierà a questo problema fondamentale”, affermano i presuli.

A loro avviso, entrambi i disegni di legge “rappresentano una minaccia per la coscienza che non è limitata all'aborto”.

“Questa minaccia deve essere rimossa prima che passi ogni testo finale”, dichiarano, sottolineando come sia “cruciale” che il testo finale mantenga “la libertà di coscienza” finora assicurata dalla legislazione federale.

“Una protezione di questo tipo non emenderebbe altre leggi federali né interesserebbe leggi statali o locali, ma eviterebbe solo che la nuova legge imponga nuovi fardelli alle coscienze”.

I Vescovi hanno quindi ribadito l'impegno a “lavorare con vigore per promuovere un'autentica riforma sanitaria che assicuri l'accesso, mantenga i divieti sul finanziamento dell'aborto, sostenga i diritti di coscienza e affronti le necessità sanitarie degli immigrati”.

“Non sono questioni marginali, ma elementi fondamentali per una vera riforma”, concludono.