DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Peccati di vanità. Leggerezza, spirito combriccolare, carrierismo minore: difetti da emendare

La salute della chiesa ovviamente
interessa tutte le persone sane di
mente e di spirito. Noi in particolare,
convinti come siamo che prima del
Sé, prima della coscienza abissale
moderna rotta a tutte le possibilità,
prima del neognosticismo che punta
tutto sull’iniziazione mistica, sull’assoluto
interiore, prima di tutto il resto,
e alla pari con la fede per chi ce
l’ha, viene la grandezza umana, storica,
événementielle, del grande cartellone
messo in piedi dal Messia, da
Pietro e Paolo, che tiene banco da
duemila anni con molto trambusto,
molto bel dramma, molte cose da dirci
per ammaestrarci ed educarci alla
filosofia e alla teologia e alla buona
vita, e molto onore.
Sconcertano soprattutto i peccati di
vanità, di leggerezza, di spirito combriccolare
e di carrierismo minore.
Nella vicenda Boffo, sulla quale è
probabilmente utile che l’appartamento
pontificio e la segreteria di stato
forniscano dati chiari e definitivi al
Papa, e in fretta, colpiscono proprio
la mancanza di stile, la grossolanità
di certe condotte risentite, faziose che
portano a “mordersi come cani”, per
usare la bella espressione di Benedetto
XVI nella recente lettera ai vescovi.
Tutti fingono di credere che la
questione cruciale sia di appurare
chi recapitò a Feltri o a qualche suo
collaboratore un plico contenente un
anonimo falso, nello stile dei regimi
di polizia anni Trenta, quando si denunciavano
gli avversari come “probabili
cocainomani, dediti alla stretta
di mano”. Eppure quella è l’ultima
delle faccende che possano inquietare:
quel brogliaccio mal scritto e mal
concepito, in cui si parlava di un
“omosessuale notorio e attenzionato”,
e altre amabilità del genere, girava
da tempo nelle diocesi italiane, come
può girare un anonimo sistematicamente
cestinato dalle persone e dai
preti e dai laici perbene, e poteva finire
da un momento all’altro nelle
mani di chiunque. Il problema è: chi
lo avvalorò, chi lo legittimò, quali telefonate
fecero capire che la parte
maggiore e di governo della chiesa
considerava un servizio reso alla verità
e all’equilibrio tra chiesa e governo
Berlusconi la pubblicazione di
quella schifezza? Su questo punto
parrebbero sussistere pochi dubbi, e
la decapitazione di chi mise pubblicamente,
e sul Corriere della Sera, il
suggello del Vaticano sulla violenta
calunnia contro Boffo, il professore di
vanità Gian Maria Vian, è questione
di ore, di giorni o di pochi mesi. Sempre
che la chiesa voglia bene a se
stessa e al suo mistero.

Il Foglio 4 febbraio 2010