DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L’astinenza insegnata ai ragazzini funziona, più dei preservativi. La rivincita dei programmi voluti da Bush e bocciati da Obama

Tratto da Il Foglio del 3 febbraio 2010

“L’amore verrà, l’amore verrà, ogni cosa a suo tempo”, cantavano Diana Ross e le Supremes nei lontani Sixties.

Concetto semplice ma sempre meno popolare nell’America in cui sesso precocissimo e gravidanze adolescenziali sono calamità nazionali, invano fronteggiate a suon di educazione sessuale dalla più tenera età e di propaganda sull’uso di preservativi. Ieri, però, il Washington Post raccontava in un lungo articolo i buoni risultati di un programma di incoraggiamento all’astinenza, finanziato con fondi federali e condotto dall’Università della Pennsylvania sui ragazzini della sesta e settima classe elementare (corrispondenti alla prima e seconda media italiane).

Otto ore complessive di lezioni sui vantaggi di non bruciare le tappe, abbinati a giochi di ruolo incentrati sul tema “come resistere alle pressioni per avere rapporti sessuali”: sono alcune delle strategie messe in campo dal programma, che secondo i ricercatori responsabili, intervistati dal Washington Post, “è in grado di convincere una percentuale significativa di ragazzini a ritardare l’attività sessuale”.

Lo studio ha coinvolto 662 studenti afroamericani, provenienti da quattro scuole pubbliche di una città del nord est degli Stati Uniti, ed è durato tre anni, dal 2001 al 2004. Tirando le somme, si è vistoche solo un terzo degli alunni che avevano completato quello che per brevità possiamo chiamare “corso di astinenza” ha avviato esperienze sessuali nei due anni successivi, mentre tra gli studenti che avevano frequentato altre classi – comprese quelle nelle quali viene somministrata l’educazione sessuale classica, incentrata su “sesso sicuro” e contraccezione – la percentuale di chi ha inaugurato esperienze sessuali nei due anni successivi sale al cinquanta per cento. La novità e che per la prima volta sono stati messi a confronto un programma incentrato sull’astinenza e qulli basati su strategie alternative, e i soggetti coinvolti sono stati seguiti per un periodo prolungato di tempo.

La ricerca, pubblicata negli Archives of Pediatric & Adolescent Medicine, cambia qualche carta in tavola, dopo che, nel maggio dello scorso anno, il presidente Barack Obama aveva annunciato il taglio dei fondi pubblici destinati ai programmi di astinenza sessuale tra i giovani, fortemente voluti e promossi dal suo predecessore alla Casa Bianca, e accusati dalla nuova Amministrazione di essere molto costosi e molto inefficaci. Al loro posto, Obama ha voluto “iniziative di prevenzione, anche religiose e di comunità, delle gravidanze dei teenager”, che dimostrassero efficacia “scientifica” e nelle quali l’educazione all’uso degli anticoncezionali è la finalità principale. Ma adesso, ha detto Robert Rector, responsabile di ricerca della Heritage Foundation, che aveva elaborato, all’epoca di Bush, i criteri per il finanziamento federale dei programmi sull’astinenza, il nuovo studio “abbatte il principale argomento di opposizione a quei programmi”. Lunedì è stato proposto dall’Amministrazione Obama che dall’iniziale finanziamento di 114 milioni di dollari, il programma di prevenzione delle gravidanze tra le teenager possa arrivare a 183 milioni. E ora, scrive il WP, anche critici di lunga data della politica basata sull’astinenza dicono che i risultati del programma dell’Università della Pennsylvania, “forniscono la prova evidente che tali programmi possono funzionare” e che meritano di essere finanziati. (nic. til)