Dublino, 11. "Un passo nel lungo processo di rinnovamento della Chiesa in Irlanda": i vescovi del Paese riuniti per l'assemblea di primavera hanno così commentato l'incontro avvenuto nel mese scorso a Roma con Benedetto XVI per discutere in merito a casi di abusi sui minori. È una comunità ecclesiale, dunque, che ha avviato un deciso processo di riflessione per promuovere un profondo rinnovamento spirituale - partendo dalla consapevolezza del dolore che il dibattito sugli abusi ha suscitato nella società - che, come si sottolinea, "richiede l'impegno di tutti i fedeli".
"I vescovi - è scritto in un comunicato per la stampa, emesso al termine della riunione dell'episcopato - hanno ribadito il loro profondo rammarico e dolore per il fatto che per evitare lo scandalo e per preservare la reputazione degli individui si sia trascurata la tutela e il benessere dei minori". Nel riflettere sulla recente visita in Vaticano, i presuli rilevano che per l'occasione "hanno chiesto perdono a tutti coloro che hanno subito abusi, alle loro famiglie e a quanti sono irati e demoralizzati per la mancanza di leadership e di responsabilità". In particolare, i vescovi hanno riconosciuto l'incapacità di affrontare in maniera adeguata la situazione e come questo approccio abbia aggiunto dolore su dolore.
Per questo, si ricorda ancora nel comunicato, il Papa, "pur comprendendo che l'attuale dolorosa situazione non verrà risolta velocemente, ha sfidato i vescovi ad affrontare i problemi del passato con determinazione e decisione e la presente crisi con onestà e coraggio". Benedetto XVI "ha osservato che l'abuso sessuale sui bambini e sui giovani non è soltanto un crimine odioso, ma è anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana creata a sua immagine".
Il tempo di preparazione alla Pasqua è per i vescovi l'occasione giusta per avviare questo processo di profondo rinnovamento spirituale: "Durante la Quaresima, come parte per la preparazione alla Pasqua, a livello diocesano locale, tutti i presuli si impegneranno, assieme ai fedeli, a chiedere perdono per conoscere la verità e riflettere sulle omissioni".
Nel comunicato dell'episcopato si cita anche la nota del direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, a proposito della questione degli abusi sessuali. I vescovi "hanno accolto in maniera favorevole la tempestiva pubblicazione e in maniera specifica il riferimento alle vittime e alle loro testimonianze".
In quella nota, fra l'altro, si osserva: "Le principali istituzioni ecclesiastiche coinvolte hanno dato prova di volontà e di trasparenza, in certo senso hanno accelerato il manifestarsi del problema invitando le vittime a parlare anche quando si trattava di casi di molto tempo fa. Così facendo hanno affrontato le questioni "con il piede giusto", perché il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è avvenuto, e la preoccupazione per le vittime e le conseguenze degli atti compiuti contro di loro".
Inoltre, l'episcopato irlandese si sofferma sul passaggio della nota relativo alla disinformazione creatasi attorno alla pubblicazione, avvenuta il 18 maggio 2001, della Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede De delictis gravioribus. "Nell'ambito canonico - è spiegato nel comunicato dei presuli - il delitto di abuso sessuale di minori è sempre stato considerato uno dei più gravi fra tutti, e le norme canoniche lo hanno costantemente riaffermato, in particolare la Lettera De delictis gravioribus del 2001, talvolta inopportunamente citata come causa di una "cultura del silenzio"".
Infine, i vescovi rendono noto che è in corso un costante aggiornamento, a cura del National Board for Safeguarding Children in the Catholic Church, sullo stato dei contatti con le autorità statali, per quanto concerne le audizioni delle vittime degli abusi e gli altri aspetti legali relativi al problema.
In occasione dell'assemblea di primavera, i presuli hanno inoltre trattato la questione nordirlandese, stigmatizzando, in particolare, "la continua minaccia alla pace dei gruppi dissidenti filorepubblicani". In un comunicato nel corso dell'assemblea, si ribadisce che "il popolo irlandese rifiuta decisamente l'uso della violenza come mezzo per raggiungere fini politici: chi propone altre vie fa naufragare il nostro futuro e distrugge la speranza". Dall'episcopato giunge l'appello affinché tutti gli irlandesi "raddoppino i propri sforzi per costruire una società pacifica che persegua la giustizia e la riconciliazione attraverso il dialogo paziente nel processo politico".
Altro tema affrontato è stato quello della solidarietà: "I vescovi ringraziano tutti coloro che hanno risposto in maniera generosa agli appelli per aiutare la popolazione colpita dal terremoto ad Haiti". I presuli inoltre sollecitano la comunità a rispondere in maniera altrettanto generosa alla Tró caire Lenten Campaign, l'iniziativa per contrastare le fame nel mondo. Oltre un miliardo di persone nel mondo, si specifica, non hanno accesso al cibo e ad altre adeguate risorse per la sopravvivenza. La campagna "continuerà a sostenere numerose comunità nel mondo per lottare contro la fame e le ingiustizie".
Per quanto concerne poi l'Anno sacerdotale, si rileva che all'interno del sito dell'episcopato www.catholicbishops.ie, è attiva una speciale sezione dedicata all'evento, che contiene tutta una serie di sussidi - a partire dal magistero di Benedetto XVI - tra cui preghiere per le vocazioni e i sacerdoti, informazioni sulle indulgenze, e altre informazioni, incluse le note storiche sul Curato d'Ars.
In riferimento alla festa del Saint Patrick's Day, i vescovi osservano come si tratti "di un giorno speciale per gli irlandesi che vivono in patria e per coloro che sono emigrati". L'evento, osservano peraltro i presuli, "si inserisce nel contesto di una profonda recessione economica che ha provocato disoccupazione e ha spinto numerose persone anche a emigrare all'estero". La Chiesa locale " esprime preoccupazione per tutti gli irlandesi emigrati che hanno perso il posto di lavoro nei Paesi di residenza, e per tutti i cittadini in patria disoccupati". Dall'episcopato, inoltre, giunge la richiesta alle autorità statali di affrontare il problema delle persone che chiedono asilo: in particolare, si manifesta la necessità di accogliere in maniera più adeguata le famiglie ospitate nei centri di raccolta in attesa di ricevere conferma dell'accettazione della domanda di asilo.
(©L'Osservatore Romano - 12 marzo 2010)