DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Emma Bonino: Tra divorzio e aborto un nemico da 30 anni

RomaPerché i vescovi non vogliono vedere Emma Bonino (nella foto) seduta sulla poltrona di governatore del Lazio? Le ragioni sono almeno tre: Ru486, la cosiddetta pillola abortiva, eutanasia e unioni gay. Partito radicale e Chiesa sono come il diavolo e l’acqua santa da sempre, ma le gerarchie cattoliche non guardano soltanto al passato. Emma Bonino vanta nel suo curriculum la battaglia per il divorzio e quella per la legalizzazione dell’aborto. Vittorie radicali «ottenute con i voti del’80 per cento degli italiani che sono per la maggioranza cattolici», ricorda la stessa Bonino. Vittorie che rappresentano una spina nel fianco della Chiesa. Posta di fronte all’appello del cardinale Bagnasco (che quello regionale sia un voto tra l’altro anche contro l’aborto) la Bonino sceglie prudentemente il basso profilo. Non commenta, dice, «per non essere strumentalizzata» sottolineando che la legge sull’aborto, la 194, non è di competenza regionale. Ma la Bonino sa bene che di competenza regionale è la gestione della sanità e in caso di vittoria si augura di essere nominata commissario alla sanità. La preoccupazione dei vescovi sull’aborto riguarda proprio la possibile diffusione «facile» della Ru486 per la quale al momento è prevista la somministrazione in ospedale e in regime di ricovero. Bagnasco paventa una banalizzazione dell’aborto. Un ritorno, dice il cardinale, «all’invisibilità sociale della pratica, preludio dell’invisibilità etica». Ma la pillola abortiva è stata autorizzata anche in Italia e anche se la 194 prevede che l’interruzione volontaria di gravidanza si possa eseguire soltanto in strutture pubbliche è pure vero che nessun medico potrà obbligare una donna a un ricovero coatto di più giorni dopo la somministrazione della pillola. E che cosa accadrà in una regione governata dalla Bonino che più volte ha preso le difese della Ru486?
Non solo. In molte regioni governate dal centrosinistra nel corso degli ultimi anni sono comparsi i registri delle convivenze, per certificare le unioni di fatto anche tra persone dello stesso sesso. Iniziative simili sono state prese per le dichiarazioni anticipate di trattamento, il testamento biologico, con la possibilità anche di rifiutare idratazione e alimentazione, posizione sostenuta dai radicali ma considerata dai cattolici alla stregua di una vera e propria eutanasia.