DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

I 25 anni delle GmG: quei giovani "tirati su" dal Papa



Oggi si celebra nelle diverse Diocesi del mondo la XXV GmG. Vi lascio il mio editoriale scritto sul GdP cartaceo di ieri. Ciao

Quando Giovanni Paolo II, 25 anni fa, inventò le Giornate mondiali della Gioventù (GmG), scrisse una lettera ai giovani e alle giovani del mondo che iniziava esattamente con le stesse parole usate da Benedetto XVI nel messaggio della GmG che si celebra domani nelle diverse diocesi: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10.17). Questa domanda, posta da un giovane a Gesù, racchiude il desiderio profondo di felicità, pienezza, significato che ogni ragazza e ragazzo ha nel profondo del suo cuore. Attorno a questa domanda il Papa polacco ebbe la geniale intuizione di creare un avvenimento, un fatto di grande rilevanza e bellezza, capace di catturare l’interesse di centinaia di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. La Chiesa, anche grazie a questi avvenimenti di una positività coinvolgente, esprime, come poche altre agenzie educative nella storia, la sua preoccupazione per la verità della vita dei giovani di oggi. In un mondo che punta molto sull’effimero, sul precario, sul rinvio di ogni decisione definitiva, dove si parla più di divorzi che di matrimoni, l’agenzia educativa Chiesa grazie alle GmG ha, negli anni, rilanciato ai giovani domande fondamentali: cosa vuoi farne della tua vita per essere felice? Lo sai che la vita è fatta per essere donata in un progetto duraturo, responsabile, continuo che coinvolge tutta la tua esistenza? Lo sai che Cristo ti ama come ha amato il giovane del Vangelo e ti chiama a seguirlo? Lo sai che l’uomo si realizza solo quando ama e ama per sempre? Domande volate alte sulla testa dei partecipanti, dirà qualcuno. In realtà basta rileggere alcuni dati del pontificato di Giovanni Paolo II per accorgersi che queste domande hanno trovato una risposta precisa. Il primo: le vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata (soprattutto alla vita monastica) hanno tenuto anche in Europa durante questi 25 anni, aumentando altrove nel mondo rispetto alla crisi degli anni ’70. Un altro dato: tanti – anche alle nostre latitudini – sono stati testimoni di matrimoni nati nell’alveo delle Giornate Mondiali della Gioventù. Sì, perché l’incontro con la fede annunciata come verità e bellezza apre il cuore alla speranza, rilancia le migliori energie presenti nell’animo umano tra le quali è fondamentale, perché strutturale a tutto l’umano (sessualità, intelligenza e spiritualità), la capacità di amare l’altro per sempre, di crescere responsabilmente dei figli e di dare stabilmente la vita per un ideale. A Roma nel 2000, Giovanni Paolo II disse ai due milioni di giovani presenti: «Siate le sentinelle del mattino!». Le famiglie e le scelte di vita definitive nate tra molti di loro li fanno essere oggi “sentinelle” e custodi nel quotidiano di quei valori che danno stabilità e futuro alla nostra società. Per questo Benedetto XVI rilancia oggi lo stesso messaggio ad una nuova generazione di ragazzi.


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