Alberto Bobbio
Città del Vaticano
«Non si può negare la gravità del travaglio che la Chiesta sta affrontando». Il padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede e della Radio Vaticana, affida queste parole all'emittente pontificia e in una lunga nota è intervenuto ieri per spiegare che la Chiesa si sta occupando del problema della pedofilia con «tempestività e rigore».
Nel giorno in cui anche il fratello del Papa, monsignor Georg Ratzinger, ammette che almeno delle percosse ci sono state in passato nei confronti dei ragazzi del Coro di Ratisbona e che anche lui qualche volta ha mollato qualche schiaffo – «Anche se poi mi rimordeva la coscienza per averlo fatto» –, la Santa Sede interviene direttamente sulla questione degli abusi sessuali.
E la settimana si annuncia rovente su questo fronte. Ieri la Conferenza episcopale olandese ha annunciato il via ad un'inchiesta indipendente dopo i presunti casi di abusi in istituti dei salesiani e quelli segnalati dopo un appello dei vescovi lanciato alla fine di febbraio, che sarebbero quasi 200.
In Germania i vescovi hanno accettato di partecipare ad una «tavola rotonda» del governo sui casi di pedofilia nella Chiesa. Altre notizie di abusi intanto arrivano dall'Austria, mentre per venerdì è annunciato in Vaticano il vertice tra il Papa e il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitisch. Padre Lombardi ribadisce la linea della «tolleranza zero» di Benedetto XVI e si chiede se altrettanto rigore vi è anche in altri ambienti: «Certamente gli errori compiuti nelle istituzioni e da responsabili ecclesiali sono particolarmente riprovevoli, data la responsabilità educativa e morale della Chiesa, ma le persone obiettive ed informate sanno che la questione è molto più ampia e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva».
Fa l'esempio della Austria dove i casi in cui sono coinvolti ecclesiastici sono 17, mentre ve ne sono 510 in altri settori, e commenta: «È bene preoccuparsi anche per questi». Padre Lombardi aggiunge che in tutti i Paesi coinvolti le autorità della Chiesa hanno dato prova di «volontà di trasparenza», hanno invitato le «vittime a parlare», insomma sono partite con il «piede giusto», secondo una «strategia di prevenzione» per evitare che i «fatti non abbiano a ripetersi». Poi precisa che nel diritto canonico l'abuso sessuale verso i minori è stato «sempre» considerato il delitto «più grave di tutti».
Cita la Lettera «De delictis gravioribus» firmata nel 2001 dall'allora cardinale Ratzinger e dal vescovo Tarcisio Bertone, all'epoca prefetto e segretario della Congregazione per la dottrina della fede, negando che essa abbia contribuito alla «causa del silenzio», come è stato a volte «inopportunamente» scritto e detto.
La Lettera, una sorta di «linee guida» che si affiancavano ad un Motu proprio di Giovanni Paolo II che dava all'ex-Sant'Uffizio ogni potere in materia, indicava come procedere per ogni accertamento e cambiava la regola della prescrizione per i delitti di pedofilia, facendo decorrere i dieci anni soltanto a partire dalla maggiore età della vittima, in modo che la denuncia fosse più consapevole.
Benedetto XVI non ha mai cambiato la sua linea di assoluta intransigenza. Appena diventato Papa ha costretto alle dimissioni il fondatore dei Legionari di Cristo, padre Maciel, coinvolto in scandali non solo di carattere pedofilo, ha incontrato le vittime degli atti di pedofilia negli Stati Uniti e in Australia, ha convocato l'episcopato irlandese e ora la linea della fermezza viene confermata anche per la sua Germania.
Padre Lombardi nella nota loda l'iniziativa del governo tedesco, annunciata ieri, di un «tavola rotonda» per affrontare la questione in una «prospettiva complessiva e adeguata»: «La Chiesa è naturalmente pronta a partecipare e ad impegnarsi».
La stessa cosa è stata ribadita del vertice della Conferenza episcopale tedesca sgomberando così il campo della polemiche dentro il governo della signora Merkel, su un atteggiamento non trasparente della Chiesa. La «tavola rotonda» si svolgerà il 23 aprile con il ministro della Famiglia di Berlino, quello dell'Istruzione e di monsignor Ackermann, vescovo di Treviri, nominato la scorsa settimana responsabile centrale della Conferenza episcopale per accertare gli abusi sessuali sui minori.
Il fratello del Papa invece ieri ha precisato al quotidiano cattolico bavarese «Passuer Neu Presse» che violenze negli ambienti del Coro di Ratisbona vi sono stati, ma ha detto che si è trattato solo di «ceffoni» e ha ribadito che di «casi di abusi sessuali», che invece emergono da alcune testimonianze, «non si è mai discusso».
© Copyright Eco di Bergamo, 10 marzo 2010