DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Ma dove è andata a finire l'autorevolezza dei genitori? Solo a Roma oltre 40 bande di bulli

di Giulia Rossi
Tratto da L'Occidentale il 26 marzo 2010

Il fenomeno del bullismo si fa sempre più diffuso e allarmante. In questi giorni abbiamo assistito a due episodi gravi; rispettivamente, a piazza Euclide e a piazza Ungheria, nel quartiere Parioli di Roma.

Ragazzi che hanno aggredito nel primo caso, e ragazzi che hanno rapinato nel secondo.

Sono venuti da altri quartieri, hanno avuto tutto il tempo di pensare e in modo determinato hanno messo a segno i loro colpi. Ragazzi senza paura, senza domande, che non si scompongono, anche se sanno che finiranno in galera. Inconsapevoli e irresponsabili. Se interrogati non sanno dare fisionomia alla loro violenza gratuita e senza senso. Sempre più, assistiamo a questa violenza senza scopo, casuale, determinata dal nulla. Si aggredisce per noia, per uno sguardo che si è ritenuto di troppo. Si aggredisce perché si è deciso di volerlo, perché qualcosa di indicibile arma la mano di questi esseri persi nel loro vuoto esistenziale. Ragazzi che fanno rabbia, con i loro comportamenti violenti. Ogni giorno riempiono la cronaca di atti insulsi, fatti di disprezzo nei confronti degli altri. Giorni addietro un pugno in testa ad una signora anziana in autobus, e giù a ridere. Sembra che ormai siamo in linea con gli altri Paesi. Già da alcuni anni in Inghilterra si parla di bande di ragazzi che terrorizzano gli adulti, andando in giro con cappucci, armati di coltelli e pronti a tutto.

Il fenomeno è preoccupante, poiché è trasversale, non appartiene ad un solo ceto sociale e non è mirato solo a rubare, o intimorire. Sono sempre più complesse le cause che spingono questi giovani ad aggregarsi in modo distruttivo. Si rischia di avere in una banda l’aggregazione di più problematicità riunite. Italiani e stranieri uniti dalla ricerca di senso. A riempire le ore vuote. Non esiste né controllo dei genitori, né alcun minimo interesse da conseguire. Potrebbero unirsi tante diverse insoddisfazioni in queste bande: economiche, di ceto, di solitudine, di mancanza di limite, di mancanza di amore, di devianza già consolidata. Insomma non c’è da stare allegri!

Si parla di una quarantina di bande giovanili attive a Roma. Pensare di controllare il fenomeno solo con azioni legali non basta. Bisognerà sicuramente fare una mappatura del problema e pensare a programmi di prevenzione della violenza nelle scuole. Dovrà essere considerata l’educazione alla legalità, da curare attraverso la crescita della consapevolezza emotiva e cognitiva dei ragazzi che può essere fatta solo attraverso un’educazione ai sentimenti, all’emotività, all’affettività. Infatti, questa è l’unica strada percorribile da utilizzare nella scuola, nei centri sportivi, e in tutti quei luoghi di aggregazione dove i giovani possono essere indotti a cogliere l’importanza e il valore dell’altro.

La bellezza delle relazioni affettive che possono riempire le loro vite, sennò, tristi e vuote. Tali considerazioni possono far rivedere comportamenti deviati e trovare forme di relazione più consone. Importante è anche far scoprire quel limite che non hanno mai avuto. Quel limite che dovrebbe essere imparato, in particolare dai padri, quando iniziano i figli alla vita sociale: la vita delle regole, delle convenzioni, della fermezza. I giovani hanno bisogno di autorità e spesso lo esprimono proprio quando la negano o la combattono. Hanno bisogno del padre mentore, che li aiuti ad allontanarsi emotivamente dal nido materno, accogliente ed amorevole, fatto più di affettività, di dipendenza, piuttosto che di autorevoli regole. Quelle che dovrebbe passare il padre al figlio per farlo crescere e iniziarlo all’età adulta. La madre e il padre dovrebbero esprimere due ruoli complementari, che congiunti creerebbero nei ragazzi un equilibrio. Coniugare l’affetto con l’autorevolezza della norma, cosa che sembra sempre più rara nei nostri giovani.

La mancanza della giusta miscela di affetto e regole, di senso del limite e realizzazione del desiderio, ci fa vedere ogni giorno ragazzi che trascinano le loro giornate commettendo azioni senza senso, delle quali infatti non sanno dare spiegazione. A volte sembra proprio che vogliono essere fermati, che chiedano aiuto facendosi guardare mentre commettono assurdità. Forse sicuramente sono ancora una minoranza. Ma sta a tutti noi rispondere in tempo e con senso a questa minoranza, per non farla divenire una maggioranza.