La coppia lavorava alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano a Rawalpindi. I tre figli – dai 7 ai 12 anni – costretti con la forza ad assistere alle violenze. L’uomo è ricoverato con ustioni sull’80% del corpo. I sanitari: “non sopravviverà”. Organizzazioni cristiane hanno indetto marce di protesta.
Islamabad (AsiaNews) – Combatte ancora fra la vita e la morte Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano ricoverato da tre giorni all’ospedale della Sacra famiglia a Rawalpindi, città poco distante dalla capitale Islamabad. Egli è stato bruciato vivo da un gruppo di estremisti musulmani, con la connivenza della polizia, perché si è rifiutato di convertirsi all’islam. Fonti locali rivelano ad AsiaNews che la moglie “è stata stuprata dagli agenti”. L’incidente è avvenuto il 19 marzo scorso, in una tenuta situata di fronte alla caserma di polizia.
Dal 2005 Mashid e la moglie lavoravano alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano della città, come autista l’uomo e domestica la moglie. Negli ultimi tempi erano emersi dei dissapori fra il datore di lavoro e la coppia, a causa della loro fede cristiana.
Fonti locali riferiscono che la donna, Martha Arshed, è stata “stuprata dagli agenti di polizia”. I tre figli della coppia, inoltre, di età fra i 7 e i 12 anni, hanno dovuto assistere – costretti con la forza – alle violenze commesse ai danni dei genitori. “Masih e la moglie sono attualmente sottoposti a trattamento sanitario” confermano fonti interne dell’ospedale della Sacra Famiglia. Il sito BosNewsLife aggiunge che “l’uomo è in condizioni gravissime, con ustioni sull’80% del corpo”.
Ieri il governo del Punjab ha ordinato l’apertura di un’inchiesta per far luce sulla vicenda. “Il caso è sottoinvestigazione – conferma Rana Sanaullah, Ministro della giustizia del governo del Punjab – e i colpevoli saranno arrestati”. Nel frattempo i sanitari dell’ospedale della Sacra famiglia, a Rawalpindi, sottolineano che Arshed Masih (nella foto), 38 anni, presenta ustioni sull’80% del corpo e “non sopravviverà” all’incidente.
La coppia cristiana viveva con i figli nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan, ricco uomo d’affari musulmano, nella zona riservata ai domestici. Nel gennaio scorso leader religiosi locali e il datore di lavoro hanno imposto alla famiglia – genitori e figli – di convertirsi all’islam. Al rifiuto opposto da Mashid e la moglie, i fondamentalisti li hanno minacciati avvertendoli che avrebbero subito “conseguenze terribili”.
L’uomo ha proposto di lasciare il lavoro e la casa dell’uomo d’affari musulmano, ma questi gli ha risposto che lo avrebbe “ucciso” nel caso in cui fosse partito. La settimana scorsa le tensioni sono aumentate a causa di un furto subito da Sheikh Mohammad Sultan: dei ladri avrebbero fatto irruzione nella sua abitazione, rubando denaro contante per 500mila rupie (circa 6mila dollari).
La polizia ha aperto un’indagine sul furto, ma non ha iscritto la coppia cristiana nel registro degli indagati. Tuttavia, l’uomo d’affari musulmano ha offerto di lasciar cadere le accuse contro Masih nel caso in cui si fosse convertito all’islam. L’uomo ha inoltre aggiunto: “altrimenti non vedrete più i vostri figli”. Il resto è cronaca degli ultimi giorni: Arshed Masih è rimasto saldo nella fede cristiana; il 19 marzo scorso egli è stato bruciato vivo e la moglie stuprata dalla polizia.
Shahbaz Batti, cattolico, Ministro federale per le minoranze, ha rifiutato di commentare la vicenda dicendo di essere “impegnato”. Egli ha promesso di rilasciare dichiarazioni sul caso nei prossimi giorni. Oggi diverse organizzazioni cristiane a Rawalpindi e Lahore hanno indetto una serie di manifestazioni di protesta.