La duplice crisi che la Chiesa deve affrontare in questi giorni – gli  episodi “vergognosi e criminali”, come li ha definiti Benedetto XVI, dei  preti pedofili e l’attacco di lobby laiciste che, partendo da questi  episodi ma esagerandone i numeri, attaccano la Chiesa e il Papa stesso –  sono stati previsti da rivelazioni private? La Chiesa raccomanda  cautela di fronte a testi che non sono mai “ufficiali” e non godono  certo della stessa autorevolezza della Rivelazione pubblica e neppure  degli insegnamenti del Magistero, così che nessun fedele deve ritenersi  obbligato a seguirli. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che  il ruolo delle rivelazioni private “non è quello di ‘completare’ la  Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente  in una determinata epoca storica” (n. 67). Nulla vieta, peraltro, senza  esagerarne la portata d’interrogarsi sulle possibili relazioni fra  alcune rivelazioni private e la crisi attuale.
Che il sacerdozio  cattolico, per la Chiesa la più santa delle istituzioni, sia esposto a  rischi di deviazioni e corruzioni emerge appunto anche da rivelazioni  private. Già in un ciclo del XIV secolo Gesù si rivolge a Santa Brigida  di Svezia (1303-1373), co-patrona d’Europa, con l’espressione “I preti  mi sono diventati insopportabili”. Un avvenimento di grande portata per  la storia spirituale – ma anche culturale e letteraria – della Francia è  l’apparizione della Madonna a La Salette nel 1846. Quest’apparizione è  stata riconosciuta dalla Chiesa come autentica. Tuttavia, del cosiddetto  “segreto” che una delle veggenti, Mélanie Calvat (1831-1904), mise per  iscritto nel 1851 il Sant’Uffizio proibì la divulgazione, ancorché esso  non sia mai stato dichiarato formalmente falso. Dev’essere quindi  avvicinato con particolare cautela. In questo segreto si legge la  profezia di tempi in cui “il numero dei preti e dei religiosi che si  separeranno dalla vera religione sarà grande; fra queste persone vi  saranno anche dei vescovi”. “La Chiesa subirà una crisi spaventosa. (…)  Si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa  saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori (…). Il  demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi  delle persone dedite al peccato”. “I sacerdoti con la loro cattiva vita  (…) sono diventati delle cloache d'impurità”. Non c’è da stupirsi se  questa profezia oggi appare a molti di particolare attualità.
Ma non  bisogna dimenticare che nello stesso segreto di La Salette si annuncia  pure che “il Santo Padre soffrirà molto (…). I cattivi attenteranno  diverse volte alla sua vita”. Il testo è stato studiato recentemente da  specialisti di rivelazioni private, alcuni dei quali ritengono che –  insieme a fantasie della veggente – contenga il nucleo di un’autentica  esperienza spirituale. Ed è suggestiva l’idea di riferire a Giovanni  Paolo II l’allusione di La Salette a un attentato alla vita del Papa.
Lo  stesso riferimento a un attentato si ritrova nel terzo segreto di  Fatima, pubblicato in modo molto ufficiale dalla Santa Sede con un  commento dell’allora cardinale Ratzinger nel 2000. Qui la Madonna mostra  “il Santo Padre (che) attraversa una grande città mezza in rovina; e  mezzo tremulo con passo vacillante,afflitto di dolore e di pena, pregava  per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla  cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne  ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da  fuoco e frecce”. Lo stesso cardinale Ratzinger metteva in relazione la  visione di Fatima con l’attentato che Giovanni Paolo II subì il 13  maggio 1981, giorno della festa della Madonna di Fatima. Ma notava pure  che l’immagine è figura di tutte le persecuzioni che il Papa e la Chiesa  nella storia continuamente subiscono. Anche le persecuzioni mediatiche  di questi giorni fanno parte dei “colpi d’arma da fuoco e frecce” che  sempre “soldati” al servizio delle Tenebre sono pronti a lanciare contro  il Papa.
© Copyright Il Giornale, 27 marzo 2010