DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il soglio di Pietro non trema

La Chiesa non ci sta, e sulla questione della pedofilia nel clero non può accettare campagne e attacchi talvolta basati sulla mistificazione o l'ignoranza. Mentre le polemiche continuano a imperversare, prende la parola il portavoce vaticano padre Lombardi, per richiamare l'opinione pubblica ai dati della realtà. Fatti che parlano chiaro: la linea di «tolleranza zero» voluta con tutte le forze da Benedetto XVI sin da quando era prefetto della Congregazione della Santa Sede ha prodotto risultati positivi inequivocabili. Ciò è stato infatti riconosciuto dagli stessi vescovi americani, e padre Lombardi si incarica di ribadirlo con decisione.


«Si deve prendere atto – ha sottolineato il portavoce vaticano - che il numero delle accuse di abuso è sceso nell'ultimo anno di oltre il 30 per cento, la maggior parte delle quali riguarda fatti di oltre trent'anni fa». Non solo. Gli attacchi mediatici di questi giorni non indeboliscono l'episcopato, ma al contrario lo rafforzano nella dura lotta che sta combattendo per estirpare la piaga degli abusi, ovunque si manifesti. Tanto che in una questione così cruciale per la sua stessa credibilità, la Chiesa ha dimostrato senza dubbio di aver imboccato da tempo la strada del rinnovamento. «Non si può non riconoscere - ha affermato il direttore della sala stampa della Santa Sede – lo sforzo straordinario di prevenzione compiuto con numerosissimi corsi di formazione, sia per i giovani sia per tutto il personale pastorale ed educativo». Il riferimento è alle direttive per la corretta gestione e la prevenzione degli abusi, aggiornate e rinnovate in Germania, Austria, Australia e Canada; circolari e «ordini di servizio» di carattere imperativo che in questi ultimi anni hanno effettivamente imposto agli appartenenti al clero alti livelli di attenzione e vigilanza. E l'Osservatore Romano ribadisce «Contro gli abusi sui minori, nessuno ha fatto quanto Benedetto XVI».


Il quotidiano della Santa Sede pubblica in proposito la testimonianza dell'arcivescovo di Westminster e primate inglese tratta dal sito internet della diocesi e apparsa in versione ridotta sul «Times» del 26 marzo. «Nulla nel diritto canonico - scrive il card. Vincent Nichols - proibisce o impedisce di riferire i reati alla polizia. Dal 2001 la Santa Sede, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, ha incoraggiato questo tipo di azione nelle diocesi che hanno ricevuto le prove di reati di abuso su bambini, reati che le autorità diocesane hanno il dovere di perseguire».


Secondo il primate, Ratzinger "quando era a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede introdusse importanti cambiamenti nel diritto della Chiesa: l'inclusione nel diritto canonico dei reati contro i bambini commessi attraverso internet, l'estensione dei reati di abuso su bambini fino a includere l'abuso sessuale su tutti i minori di diciotto anni. Ad essere convinto che la Chiesa uscirà più forte da quella che è ormai diventata una vera e propria guerra culturale e mediatica, è d'altra parte anche padre Raniero Cantalamessa. Il predicatore della Casa pontificia ribalta anzi la questione. «Dobbiamo preoccuparci – ha spiegato - della tiepidezza di una parte del clero, della mancanza di zelo e dell'inerzia apostolica, problemi che danneggiano la Chiesa più ancora degli scandali occasionali di alcuni sacerdoti, che fanno chiasso ma contro i quali è più facile correre ai ripari».


La chiave della risposta è la ferma rinuncia alla superbia: «La Chiesa sta affrontando una prova durissima, ma sono certo che con l'arma dell'umiltà uscirà da tutto questo più splendente che mai». Oggi attesa per le parole che Bendetto XVI pronuncerà a San Pietro durante la celebrazioen della domenica delle Palme. Inizio della Passione di Cristo e della Chiesa.


Rodolfo Lorenzoni

28/03/2010



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