In passato era chiamata mal sottile, perché sembrava consumare le persone dentro. Ora è la malattia dei poveri e degli emarginati. Di tubercolosi, infatti, si continua a soffrire e morire, non solo nel mondo ma anche nel nostro Paese.
Ogni anno nel mondo sono quasi 2 milioni, pari a 5000 al giorno, le vittime di questa malattia che nel 2008 ha contagiato 9,4 milioni di persone. In Italia sono 5000 i casi registrati all’anno, la maggior parte dei quali interessa persone migranti. A tirare le somme, in occasione della Giornata mondiale della tbc, che si celebra oggi, è l’associazione Stop Tb Italia.
Fotografie dal Lesotho, uno dei Paesi con il maggior numero di malati di tubercolosi:
Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS ”Global Tuberculosis Control 2009”, il 98% dei decessi avviene in Paesi in via di sviluppo, colpendo persone di età tra i 15 e i 50 anni. Il Sud Est asiatico e l’Africa contribuiscono entrambe a circa un terzo dei casi, mentre in Europa ci sono solo il 5% dei casi mondiali.
I primi cinque Paesi per numero di casi sono India (2 milioni), Cina (1 milione 300 mila), Indonesia (530 mila), Nigeria (460 mila) e Sudafrica (460 mila). Nel continente nero vi è invece l’epicentro della tubercolosi a co-infezione con l’hiv, con oltre l’80% dei casi.
Non mancano però i progressi. ”La strategia globale per il controllo della tubercolosi ha ottenuto importanti risultati - spiega Alberto Matteelli dell’Università di Brescia - 36 milioni di pazienti sono stati curati e almeno 4 milioni di vite salvate. Attualmente viene curato l’87% dei casi di tubercolosi messi in trattamento ma si stima siano diagnosticati solo il 61% dei casi”. Sul fronte della ricerca, conclude l’esperto, tre sono gli obiettivi prioritari: ”lo sviluppo di un vaccino efficace, test diagnostici piu’ sensibili e rapidi e l’ulteriore sviluppo dell’armamentario farmacologico”. (ANSA)
- Mercoledì 24 Marzo 2010
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