DA NEW YORK
I l decreto, o ordine esecutivo, promesso e già steso dalla Casa Bianca per ottenere l’approvazione della riforma sanitaria da parte dei deputati anti-abortisti non ha eliminato i dubbi sulla riforma dei gruppi pro-life. La stessa Conferenza episcopale americana aveva espresso il timore che la legge di riforma sanitaria non avrebbe eliminato la possibilità di finanziamenti pubblici per le interruzioni volontarie di gravidanza. Ieri i presuli americani non hanno reiterato la loro posizione, già contenuta in una lettera inviata sabato ai deputati. Ma Richard Doerflinger, direttore associato del segretariato per la vita della Conferenza episcopale ha condiviso le sue perplessità con il sito “lifenews.com”. A preoccupare Doerflinger è il peso giuridico di un ordine esecutivo: «Il problema nasce da decenni di sentenze di tribunali federali che mettono in pratica i principi di “Roe contro Wade” (la sentenza che legalizza l’aborto negli Usa) e le applicano nella legislazione sanitaria: questi precedenti stabiliscono una priorità per il finanziamento all’aborto, a meno che il Congresso non lo proibisca esplicitamente. È un obbligo che varrà di più di qualsiasi decreto».
Attualmente negli Stati Uniti è in vigore il cosiddetto “emendamento Hyde” che vieta esplicitamente il finanziamento con fondi federali di aborti volontari o di piani assicurativi che li rimborsino. I vescovi – e numerosi altri gruppi di difesa della vita – temono che fondi messi a disposizione dei «centri per la salute comunitari» non debbano rispettare questo obbligo. L’editorialista cattolico del Washington Post E.J. Dionne ieri faceva notare che, se in teoria ciò è possibile, i centri per la salute non hanno mai offerto aborti nei 45 anni dalla loro creazione.
I presuli Usa facevano però notare pure che la legge approvata prevede che chi sceglie un pacchetto sanitario che prevede la copertura dell’aborto sarà tenuto a fare un versamento separato per garantirsi l’eventuale rimborso di un’interruzione di gravidanza. A loro dire questo metodo «esercita un’imposizione ben più esplicita sulle coscienze di quelli che non desiderano finanziare la distruzione di embrioni umani di qualsiasi altra misura attualmente in vigore». ( E.Mol.)