Ha "perdonato" quattro vescovi lefebvriani, peraltro ricevendo in cambio critiche e suscitando polemiche spesso innescate ad arte da alcuni settori del mondo dei media. Ha teso la mano agli anglicani; ogni sua azione e discorso sono stati diretti alla stabilizzazione e al miglioramento dei rapporti interconfessionali con la comunità ebraica; ha compiuto passi rilevanti nel dialogo con l'Islam. Benedetto XVI ha inoltre indetto due importanti sinodi, uno sulla Parola di Dio e uno sull'Africa, con quello sul Medio Oriente in preparazione. E mentre sulla Chiesa piovono accuse generali e indiscriminate di pedofilia, il Papa ha nei fatti mostrato un interesse scrupoloso per la situazione del clero, aprendo l'Anno Sacerdotale nella celebrazione della figura del Curato d'Ars. Nella tempesta degli attacchi mediatici e non solo, Benedetto sembra insomma procedere con la sua proverbiale leggerezza e con l'affabilità che gli viene riconosciuta da tutti coloro che lo hanno incontrato: non appare un uomo in difficoltà, perché sa di avere con sé l'intera patrimonio di autorità dei duemila anni di storia cristiana.
E allora ecco le sue tre encicliche: Caritas in veritate, Spe salvi e Deus caritas est. Documenti di straordinaria profondità concettuale e colmi di un amore sconfinato per il popolo di Dio. Ma anche di netta contrapposizione al pensiero moderno basato sul relativismo, confermando l'impegno di Benedetto in una lotta durissima, combattuta persino in quelle aree della stessa Chiesa più inclini a cedere alle sirene contemporanee e perciò per molti versi ostili al magistero ratzingeriano. La chiave dell'offensiva contro il Papa cui stiamo assistendo in questi mesi è proprio qui.
Non c'entra lo scandalo dei preti pedofili, non ha senso interrogarsi sulle tensioni ecumeniche oppure sulla presunta impopolarità caratteriale di Benedetto. La spiegazione, in realtà, è molto più semplice: lo aggrediscono perché dà fastidio, perché la tanto laica e aperta società del ventunesimo secolo non intende tollerare la guida spirituale dell'unica istituzione che continui a parlare un linguaggio controcorrente, in difesa della vita e della dignità umana.
Rodolfo Lorenzoni
19/04/2010
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