Il rapporto Istat 2009 indica che cambia il modello di assunzione: aumenta fuori pasto, soprattutto tra le donne. Per quanto riguarda il tipo di bevande, calano vino e birra e salgono i superalcolici
DA MILANO
I l consumo di alcol in Italia è stabile, ma i più giovani sono quelli che «alzano di più il gomito» soprattutto fuori pasto. È quanto emerge dal rapporto: «L’uso e l’abuso di alcol in Italia» dell’Istat (dati 2009), che ha scattato una fotografia su una popolazione da 11 anni in su e per 10 anni. Quello che cambia è il modello di assunzione: aumenta il consumo di alcolici fuori pasto, mentre stabile è il binge drinking, ossia il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione (con conseguente ubriacatura) che vede particolarmente a rischio i minorenni.
La diffusione del consumo di alcol in generale – si legge nel rapporto – è sostanzialmente stabile, ma il modello di consumo tradizionale, basato sulla consuetudine di bere vino durante i pasti con frequenza giornaliera, sta progressivamente cambiando. Si sono consolidati, soprattutto nei giovani e nei giovani adulti, comportamenti più vicini a un modello di consumo di tipo nordeuropeo, basato principalmente su occasioni di consumo al di fuori dei pasti. Si è ridotta, infatti, la quota di consumatori giornalieri, mentre è aumentata quella dei consumatori occasionali e quella del consumo di alcolici fuori dai pasti. Il cambiamento è ancora più evidente tra le donne: si registra infatti un incremento del 23,6% di consumo fuori dai pasti, contro il 6,2% dei maschi.
Il passaggio a un diverso modello di consumo risulta più evidente tra i giovani e gli adulti fino a 44 anni, sempre con maggiore intensità tra le ragazze e le giovani donne, per le quali le variazioni percentuali vanno da +44,8% a +8,6% per il consumo fuori pasto (contro variazioni per i maschi da +27% a +13,3%) e da 62,5% a -35,8% per il consumo giornaliero (contro variazioni per i maschi da -46,6% a -19,1%).
Il cambiamento di abitudini riguarda anche il tipo di bevande consumate, soprattutto tra i giovani fino a 24 anni e, in misura minore, gli adulti fino a 44 anni, senza differenze di genere rilevanti. Si riduce la quota di quanti bevono solo vino e birra (-50,5% tra 14-17 anni), mentre aumenta quella di chi consuma, oltre a vino e birra, altri alcolici quali aperitivi, amari e superalcolici (addirittura +18,5% tra 1417 anni). Per quanto riguarda il binge drinking e il consumo giornaliero non moderato, nel 2009 le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio, sono state 8 milioni e 454mila (15,8%), di cui 6 milioni e 434mila maschi (25%) e 2 milioni 20mila femmine (7,3%).
© Copyright Avvenire 23 aprile 2010
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