Diverso tempo fa parlai di come i gesuiti affascinarono il popolo dei guaranì con la bellezza delle arti scultorie, grafiche e musicali. La bellezza del cattolicesimo fece breccia nei loro cuori portando, oltre alla conversione, una civiltà ed una prosperità che prima non avevano mai sperimentato.
Nel terzo millennio sembrerebbe una cosa non più necessaria ma, in realtà, anche l'occidente civilizzato necessita di un continuo richiamo alla bellezza e a messaggi positivi. Un popolo che perde il senso della bellezza collassa su se stesso, decade inesorabilmente verso la morte del proprio spirito perdendo, prima o poi, ogni stimolo al progresso. È per questo che bisogna richiamare alla bellezza, in particolare bisogna ritornare a quella bellezza di cui la cristianità era un generatore costante e generoso.
Non sto solo parlando dell'arte ecclesiastica, materia che richiede un sito dedicato come "fides et forma", ma di tutta l'arte prodotta o producibile dalla cristianità laica e non. Non sto parlando neanche di soli quadri o sole sculture perché, nonostante ne sia universalmente riconosciuto il valore, non raggiungono la gran parte della popolazione. Volenti o nolenti dobbiamo gettare lo sguardo alla televisione ed il cinema.
Per alimentare il gusto per la bellezza e veicolare con essa un messaggio positivo si deve allora incentivare la formazione di gente che: conosca il messaggio positivo; abbia gusto per la bellezza.
Nella mia esperienza personale ho notato che queste caratteristiche sono notevoli nel movimento di Comunione e liberazione. Per il momento però non si è ancora avuta notizia di registi che abbiano messo in gioco la loro esperienza e il loro gusto per la bellezza, segno che l'incentivo non deve essere soltanto educativo, ma anche a livello istituzionale ed economico.
A conclusione di questo "appello" si può portare l'esempio di Mel Gibson che non reputo affatto il miglior regista del mondo né considero i suoi film nella loro interezza come dei capolavori, però le sue produzioni hanno tutte un messaggio positivo. L'unica cosa che non trovo il massimo, nei suoi film è la violenza che viene descritta in modo fin troppo realistico ma che fa essa stessa parte del messaggio.
L'umanità che infligge il martirio a Cristo mostrando tutta la crudeltà che solo degli esseri finiti e bisognosi di salvezza possono avere; ma dopo tanto dolore, la resurrezione apre le porte alla salvezza:
La crudezza delle popolazioni indigene, una tale efferatezza che qualsiasi cuore percepirebbe il bisogno di allontanarsene; ma dopo tanto male arriva la civiltà e la cultura a riportare la dignità all'uomo:
Nel terzo millennio sembrerebbe una cosa non più necessaria ma, in realtà, anche l'occidente civilizzato necessita di un continuo richiamo alla bellezza e a messaggi positivi. Un popolo che perde il senso della bellezza collassa su se stesso, decade inesorabilmente verso la morte del proprio spirito perdendo, prima o poi, ogni stimolo al progresso. È per questo che bisogna richiamare alla bellezza, in particolare bisogna ritornare a quella bellezza di cui la cristianità era un generatore costante e generoso.
Non sto solo parlando dell'arte ecclesiastica, materia che richiede un sito dedicato come "fides et forma", ma di tutta l'arte prodotta o producibile dalla cristianità laica e non. Non sto parlando neanche di soli quadri o sole sculture perché, nonostante ne sia universalmente riconosciuto il valore, non raggiungono la gran parte della popolazione. Volenti o nolenti dobbiamo gettare lo sguardo alla televisione ed il cinema.
Per alimentare il gusto per la bellezza e veicolare con essa un messaggio positivo si deve allora incentivare la formazione di gente che: conosca il messaggio positivo; abbia gusto per la bellezza.
Nella mia esperienza personale ho notato che queste caratteristiche sono notevoli nel movimento di Comunione e liberazione. Per il momento però non si è ancora avuta notizia di registi che abbiano messo in gioco la loro esperienza e il loro gusto per la bellezza, segno che l'incentivo non deve essere soltanto educativo, ma anche a livello istituzionale ed economico.
A conclusione di questo "appello" si può portare l'esempio di Mel Gibson che non reputo affatto il miglior regista del mondo né considero i suoi film nella loro interezza come dei capolavori, però le sue produzioni hanno tutte un messaggio positivo. L'unica cosa che non trovo il massimo, nei suoi film è la violenza che viene descritta in modo fin troppo realistico ma che fa essa stessa parte del messaggio.
L'umanità che infligge il martirio a Cristo mostrando tutta la crudeltà che solo degli esseri finiti e bisognosi di salvezza possono avere; ma dopo tanto dolore, la resurrezione apre le porte alla salvezza:
La crudezza delle popolazioni indigene, una tale efferatezza che qualsiasi cuore percepirebbe il bisogno di allontanarsene; ma dopo tanto male arriva la civiltà e la cultura a riportare la dignità all'uomo:
un'apparizione di Hayalel