DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Casti come Gandhi. L’ascetismo del Mahatma non era del tutto ascetico: a 77 anni dormiva nudo con le ragazzine

Nel 1935 Margaret Sanger (scalmanata
femminista americana con
ambizioni eugenetiche) andò da
Gandhi con il folle proposito di convincerlo
della bontà del controllo delle
nascite e si fermò qualche giorno:
lui le spiegò che i piaceri della carne
sono finalizzati esclusivamente alla
procreazione (quindi tre o quattro volte
nella vita al massimo) e che per il
resto bisogna trascendere e usare la
più completa continenza, ma quando
lei finalmente se ne andò, delusa,
Gandhi era talmente esaurito che
dovettero ricoverarlo a
Bombay. Gandhi è il
massimo dell’ascetismo,
ma il sesso l’ha
perseguitato: ne parlava
continuamente e
dava dettagli e istruzioni
ai suoi seguaci
sul modo in cui avrebbero
dovuto osservare
la castità. Per qualcuno
Gandhi è stato un
maniaco sessuale
represso, che dormiva
abitualmente,
nudo, accanto a
ragazze nude (e a 77 anni, nel 1947
smise di dormire con la bella Sushila
Nayar, che lo seguiva, dormiva e faceva
il bagno con lui dall’adolescenza –
e lui diceva che bastava tenere gli occhi
bassi durante il bagno – ma aveva
ormai compiuto 33 anni e fu sostituita
da una ragazza di quasi diciotto). Non
sono episodi sconosciuti, e il primo a
scriverne in Italia fu lo storico Gianni
Sofri: una mattina qualcuno entrò a
casa di Gandhi e lo trovò nudo con
una sua giovane e lontanissima parente,
seguì dibattito pubblico in India,
con il Padre della Nazione che spiegava
che lo faceva per mettersi alla
prova, per dimostrare che non provava
alcuna eccitazione. La nuova biografia
uscita adesso in Inghilterra,
“Naked Ambition”, di Jad Adams,
mette in evidenza le ossessioni erotiche
di Gandhi, che trovò semplice abbracciare
la povertà ma aveva qualche
problema con la castità. “Con lo
zelo del convertito, scrisse che il dovere
di un bravo indiano era quello di
non sposarsi, ma in caso di matrimonio,
il marito doveva astenersi dagli
incontri sessuali con la moglie”. Così
metteva in atto, durante gli eremitaggi,
degli “esperimenti”: marito e moglie
non dovevano trovarsi soli insieme
e, se sentivano il richiamo della
passione, dovevano farsi un bagno
ghiacciato. Ma le regole non si applicavano
a Gandhi, che scrisse in una
lettera: “Vina ha dormito con me, si
potrebbe definire un incidente”, e
che, più anziano, “avrebbe obbligato
a dormire con lui le donne a cui era
vietato sdraiarsi assieme ai propri
mariti”. A Manu (con cui si trovava
quando venne ucciso), diciottenne,
disse, chiamandola a rallegrarlo e a
dormire con lui: “Potremmo essere
uccisi dai musulmani e dobbiamo
mettere alla prova la nostra purezza,
quindi da adesso dovremmo cominciare
a dormire nudi”.

© Copyright Il Foglio 8 aprile 2010