Problema: come si fa a zittire la Chiesa? È incontrollabile dal punto di  vista economico (non agisce per lucro), inattaccabile da quello  culturale (non ha paura di dire la sua controcorrente), è molto presente  a livello sociale nella vita delle persone. Soluzione: bisogna agire  sul terreno dell’emotività, magari con delle accuse odiose al suo  capofila. Non importa se infondate, vecchie e già chiuse, basta tirarle  fuori una alla volta, in modo che rimanga un’impressione sgradevole sul  Papa. Così è stato fatto. A partire da suo fratello, con episodi (degli  anni Cinquanta!) a cui era estraneo, tanto per inserire un “Ratzinger”  nei titoli. Per proseguire con il caso di “padre H” a Monaco (anche  questo antico e strachiuso) tanto per  nominare l’“arcivescovo  Ratzinger”. E poi il New York Times, smentito dalle stesse carte che  produceva (tanto chi si prende la briga di leggerle?). E poi la serie di  antichità pedofiliache che ci stanno ammorbando da settimane. È una  procedura vecchia come la storia del mondo: quando una cultura dominante  avverte di non avere più presa, cerca di far fuori le culture  concorrenti (più vitali), usando il potere. È successo durante la caduta  dell’impero Romano, è successo con il declino dell’Ancien Régime. Non  ha mai funzionato. Il marasma mediatico pedofilo-fobico è uno dei tanti  sussulti della fine dell’epoca moderna. È l’opposizione scomposta di una  certa cultura di fronte al modello di cristiano – libero, razionale e  pieno di fede – che Benedetto XVI rappresenta. Impossibile fronteggiarlo  sul piano dell’intelligenza.
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