DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

La forza del sorriso di Alessandra Bisceglia Storia di una vita breve e difficile ma esemplare per coraggio e dignità

di Francesca Pica

“Ho capito che forse c’è un tempo per tutto ma per arrivare a questa conclusione nella mia vita ho dovuto combattere per tutto il tempo”. Sono le parole di Alessandra Bisceglia lasciate come testamento umano, un modo semplice e conciso per parlare di sé al mondo. Il suo “combattere” è durato solo 28 anni, quando il suo corpo si è arreso alla malattia che ha fatto da sfondo alla sua vita e alla sua realizzazione umana e professionale.

Alessandra era nata a Venosa (Potenza) nel 1980, affetta, fin dalla nascita, da una malformazione vascolare rara e gravissima, ma lei non amava parlare della sua patologia, che la obbligava su una sedia a rotelle. Condizione che, nel tempo, è stata il suo limite e la sua risorsa. Con la sua carrozzina andava ovunque, non si fermava davanti a nulla e lottava per ottenere ciò che le spettava e ciò che desiderava. Di sogni e progetti ne aveva tanti e alcuni li ha realizzati nel migliore dei modi: laureata con il massimo dei voti in Scienze della Comunicazione alla Lumssa di Roma, giornalista professionista subito dopo la laurea, stagista e poi collaboratrice presso il Corriere della Sera, il Tg2, Mi manda Rai Tre, Uno Mattina, Reazioni a catena e, negli ultimi due anni, autrice di Domenica in, condotta da Lorena Bianchetti.
In poco meno di 28 anni ha conquistato traguardi impensabili a molti, realizzati attraverso sacrifici indicibili, dure battaglie, tanti sconforti e tante umiliazioni che avrebbero fatto crollare chiunque, ma non Ale (così la chiamavano quelli che le volevano bene) che, con il suo sorriso, la sua determinazione, la sua tenacia ha sempre creduto nei progetti che svolgeva e, come ogni vero combattente, non ha mollato mai.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerla ha percepito quel qualcosa di speciale che la contraddistingueva, la profondità degli occhi, l’allegria che l’accompagnava, il consiglio giusto per ciascuno, la capacità di ricordarsi di tutti. La sua pacatezza faceva pensare, ragionare e, soprattutto, trasmetteva una grande energia. Forse tutto qui il segreto della sua felicità, lei che diceva: “Molte persone vivono infelici perché non hanno capito il DNA della loro anima”.
Dietro di lei, accanto a lei sempre, una famiglia straordinaria che è riuscita a creare la “normalità” della sua vita. Quella normalità che la nascita le aveva negato ma che l’amore, l’attenzione e l’intelligenza dei genitori ha inventato per lei e non era facile. Se non è facile per nessuno rassicurare i propri figli lungo la loro crescita, per alcuni è quasi impossibile al punto da trasformare in disadattati, bambini nati perfettamente sani. La mamma e il papà di Alessandra invece, hanno compiuto un piccolo miracolo che non si è chiuso con la scomparsa della loro figlia, ma continua oltre la vicenda terrena di Alessandra, per darle un senso.
Oggi è il tempo di continuare quel combattimento con lei e per lei, con le armi che lei stessa ha lasciato in eredità: la forza, la tenacia e il sorriso. E proprio “La forza di un sorriso” è il nome scelto per la Fondazione che porta il suo nome: è stato voluto dalle persone che l’hanno conosciuta, come Lorenza Lei, direttrice delle risorse televisive Rai, che per prima ha avuto quest’idea: “Siamo pieni di energia, quella che Alessandra ci trasmette. È lei che ci invita a fare qualcosa per gli altri, lei non ha mai lavorato per se stessa. Qualsiasi cosa abbia fatto pensava che 'questo può essere utile anche agli altri'”. Nella Fondazione tanti i nomi illustri, dal professor Cosmoferruccio De Stefano, chirurgo dell'ospedale “Bambino Gesù”, a Giuseppe Noia, docente di medicina dell’età prenatale all'Università Cattolica di Roma, a tutti i professionisti dell’informazione che hanno lavorato con Alessandra, la sua famiglia e tantissimi altri.
E così, sulla strada che Alessandra stessa ha tracciato, lavorerà la Fondazione con attività di ricerca sulle anomalie vascolari in campo pediatrico per approfondire la comprensione della patologia ed elevare le possibilità terapeutiche; ma anche individuando master di specializzazione per conoscere e studiare malattie rare e, più semplicemente, per aiutare chi vive nella difficoltà e non sa a chi rivolgersi. A cura della Fondazione è stato pubblicato il libro La forza di un sorriso, una raccolta di testimonianze sulla vita di Ale che stupisce, coinvolge e talvolta commuove fino alle lacrime, scritto con uno stile che è caparbietà e delicatezza insieme, con una freschezza che dimostra come sia possibile l’abbattimento di ogni barriera culturale e di pensiero. In fondo la storia di questa ragazza è, o dovrebbe essere, l’archetipo per altre come la sua: dovrebbe essere compito di tutti fare in modo che le persone non debbano combattere quotidianamente con la difficoltà che le rende diverse dagli altri ma siano messe in condizioni di esaltare le qualità che le mettono alla pari o, spesso, le pongono più avanti di tutti.

Per info visitare il sito www.fondazionealessandrabisceglia.it



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