La piccola Lily-May Betty Woods, nata lo scorso 31 marzo in Gran Bretagna, è il primo neonato inglese ad avere sul certificato di nascita non una madre e un padre ma una madre e un’altra madre. La donna che l’ha partorita, dopo averla concepita con fecondazione in vitro da donatore anonimo, vive infatti con un’altra donna, che ha chiesto e ottenuto di poter usufruire dell’opportunità, ora garantita dalla legge britannica, di essere legalmente “padre” della piccola. Va bene, la testa gira un po’: una donna compare come padre, il vero padre è un donatore di seme sconosciuto, la vera madre vale, sul certificato e dal punto di vista legale, tanto quanto la madre-padre virtuale, e questa equivalenza varrà anche in caso di eventuale conflitto tra le due. Ma se vi succede – che vi giri la testa – forse è perché siete molto antiquati e certamente non siete inglesi. Tutto si può fare, nel meraviglioso mondo delle finzioni politicamente corrette. Si può decidere, per esempio, che non si fanno più figli ma che si mettono a punto “progetti parentali”, in nome dei quali si può sostenere l’insostenibile, e cioè che un bambino può avere due madri e nessun padre. Nemmeno lontano, nemmeno fuggito, nemmeno assente. No, proprio nessuno. Anzi, mi correggo. La piccola Lily-May Betty potrà conoscere, al compimento dei diciotto anni, l’identità del “donatore”, grazie al quale è venuta al mondo. Una prospettiva davvero invidiabile.
Nicoletta Tiliacos
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