Il documento reso noto ieri è di fatto il primo tentativo di risposta documentale offerto dal Vaticano da quando l’attuale Pontefice è sotto i riflettori dei media con l’accusa di aver coperto, quando guidava l’ex Sant’Uffizio, alcuni preti pedofili. Il testo, infatti, risale al 2003, a quando Ratzinger ancora non era stato eletto Papa. La pubblicazione arriva nel giorno in cui dal Cile è il cardinale segretario di stato, Tarcisio Bertone, a offrire ulteriori nuovi scenari in merito: “Non posso anticipare, ma si sta pensando ad altre iniziative su questo tema specifico”.
Il documento reso divulgato dal Vaticano è importante anche perché, oltre alla richiesta fatta ai vescovi di denunciare alle autorità civili i preti pedofili (laddove la giurisdizione lo prevede) c’è una seconda notizia. Quella che riguarda i “casi veramente gravi”. Per questi “la Congregazione per la dottrina della fede può scegliere di rivolgersi direttamente al Papa il quale, con un decreto ‘ex officio’, può ridurre l’interessato allo stato laicale”. Che la pubblicazione del documento sia stata fatta appositamente per difendere il Papa dalle accuse l’ha spiegato ieri la sala stampa vaticana quando ha detto che la stesura del testo è “tutto merito di Ratzinger cardinale”. Le linee guida pubblicate infatti sono il riassunto di procedure mai rese note prima e relative al Motu proprio del 2001 sui “Delicta Graviora”.
Fu Joseph Ratzinger, hanno detto ieri in Vaticano, che chiese a Giovanni Paolo II il “giro di vite” arrivato con il Motu proprio del 2001. Nel documento si specifica anche che la Congregazione per la dottrina della fede ha intrapreso una revisione di alcuni articoli del Motu proprio con l’obiettivo di abolire la “prescrizione” dei delitti attualmente fissata in dieci anni. E’ probabilmente anche a questo importante ulteriore tassello che si riferiva il cardinale Bertone quando parlava di “altre iniziative” in cantiere.
In difesa del Papa ieri è scesa in campo anche la Conferenza episcopale italiana. “In quest’ora di prova, la chiesa in Italia – si legge in una nota diramata dai vescovi del paese – non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini”.
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