DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

IO STO CON IL PAPA

Gli attacchi della stampa internazionale al Papa, accuse ingiuste e false di aver coperto crimini infami, ci addolorano e offendono.
NON ci stiamo con chi vuole ridurre duemila anni di storia della nostra Chiesa agli atti criminosi di alcuni; né con chi accusa ingiustamente Benedetto XVI di infami omissioni.



Noi stiamo con il Papa, con il nostro Papa.
IO STO CON IL PAPA SamizdatOnLine

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DA Il Foglio


Durante la settimana santa Benedetto XVI ha avuto "il sostegno di una piazza San Pietro colma e con molti giovani. E' un Papa forte, il Papa del terzo millennio". Lo ha sottolineato al suo arrivo a Santiago il segretario di Stato Vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto sul silenzio del Pontefice circa i casi di abusi durante la Pasqua.

All'origine degli attacchi mediatici a Benedetto XVI c'è "un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate. Lo afferma sull'Osservatore Romano il card. Angelo Sodano. "Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo. Ora contro la Chiesa viene brandita l'accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae".

La celebrazione della Pasqua si è svolta quest’anno in un clima caratterizzato dalla campagna di stampa internazionale che tende ad addossare al Papa responsabilità per l’occultamento di episodi esecrabili di pedofilia da parte di religiosi. Per quanto infondate e prive di riscontri attendibili appaiano le accuse. Di fronte a una ripresa così aggressiva dello spirito antipapista del mondo protestante, e non solo, la chiesa cattolica sta esprimendo in modo limpido e autorevole il valore della solidarietà interna, mettendo in primo piano la comunione tra i pastori. Vanno in questo senso le parole rivolte dal cardinale Angelo Sodano domenica a Benedetto XVI sul popolo di Dio “che non si lascia impressionare dal ‘chiacchiericcio’ del momento”.

Si tratta di una conferma importante, che però, forse, non riesce a imporsi in un sistema di comunicazioni largamente inquinato da atteggiamenti pregiudiziali. La solidarietà al Pontefice ha una base assai più ampia di quella dell’istituzione, coinvolge grandissime masse di credenti e di persone di buon senso in tutto il mondo. E’ questa voce potente anche se sommessa del popolo di Dio che deve farsi sentire, che andrebbe messa in primo piano, in modo che qualche giornale antipatizzante non possa scrivere, come El Pais, che solo “la gerarchia” si stringe a difesa del Papa.

I prelati hanno un ruolo da svolgere in questa penosa vicenda: oltre a esprimere vicinanza al Papa, dovrebbero contribuire a realizzare un sistema di comunicazione – e ancor più di governo della comunicazione – all’altezza della sfida. L’episodio della predica di padre Raniero Cantalamessa è un esempio da manuale di errore comunicativo. Il paragone tra la persecuzione verbale e mediatica sofferta dal Pontefice con quelle che hanno tormentato il popolo ebraico di per sé non è offensivo. Non ci voleva una particolare capacità profetica, però, per prevedere che avrebbe aperto un altro fronte del quale non c’era proprio bisogno. Con Giovanni Paolo II, un comunicatore spontaneo inarrivabile, appoggiato dalla sapienza mediatica di Joaquín Navarro-Valls, la Curia esercitò quasi naturalmente un’influenza nel discorso pubblico. La lezione di Benedetto XVI è di altissimo profilo culturale, e proprio per questo suscita controversie e ostilità. Che vanno contrastate anche con un adeguato esercizio di gestione e qualità della comunicazione.