ROMA, martedì, 20 aprile 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa copta d’Egitto, insieme alla Chiesa di Roma, conta su circa 200.000 fedeli, guidati da sua beatitudine Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei copti.
Il Patriarca, di 75 anni, ricopre questo ufficio, con sede al Cairo, dal 2006.
In questa intervista rilasciata a ZENIT, parla della situazione del dialogo con l’Islam, del Sinodo speciale per il Medio oriente e dell’aumento del fanatismo.
A fine febbraio, una delegazione del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha effettuato una vista al Cairo. È stata ricevuta dal Gran Sceicco Muhammad Sayyid Tantawi, successivamente deceduto. Qual è la situazione del dialogo interreligioso in Egitto?
Patriarca Antonios Naguib: Nei giorni 23 e 24 febbraio 2010 la Commissione del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso si è recata al Cairo per incontrare la Commissione di Al-Azhar. Queste riunioni hanno luogo periodicamente, un anno a Roma e un anno al Cairo.
Si tratta della struttura ufficiale del dialogo interreligioso tra il Vaticano e l’Islam d’Egitto.
Vi sono anche altre istanze locali che tentano di rafforzare i vincoli tra i musulmani e i cristiani nel Paese. I responsabili delle comunità religiose si scambiano le visite in occasioni delle grandi festività.
Noi sentiamo la necessità di intensificare queste relazioni e soprattutto di estenderle alla base, ovvero, alla gente comune.
Questo è l’unico modo per diffondere l’accettazione dell’altro e la fratellanza, e di opporci al fanatismo e all’estremismo.
Commentando i fatti avvenuti a Nag Hammadi in occasione del Natale dei copti, un musulmano ha detto che gli assassini non erano musulmani anche se si autodefinivano tali. I musulmani moderati hanno condannato questo crimine. Ma qual è la sensazione dei copti? Considerano questo incidente come un episodio isolato o temono piuttosto che vi sia un clima di progressiva recrudescenza?
Patriarca Antonios Naguib: Mi fa piacere sentire commenti simili da parte di un musulmano. È vero che i musulmani moderati hanno condannato questo crimine.
Sono molti gli scrittori musulmani che hanno pubblicato articoli oggettivi, molto buoni. Hanno chiesto di affrontare le vere cause del fanatismo e dell’estremismo, soprattutto quelle culturali e religiose.
Per quanto riguarda i copti, questo crimine ha rappresentato un duro colpo, che ha ferito il loro senso di fraternità e di appartenenza al Paese.
Molti lo considerano un atto confessionale. Ma quelli più saggi scorgono in esso il risultato di un insieme di fattori che generano e alimentano il fanatismo. Gli stessi fattori citati dai saggi pensatori musulmani.
Si parla di costruzione di una nuova chiesa nel centro del Cairo. Vengono posti degli ostacoli alla costruzione di nuovi luoghi di culto?
Patriarca Antonios Naguib: Nessuna legge vieta la costruzione di una chiesa. Ma vi sono procedure e requisiti. Le risposte alle domande edilizie giungono dopo molto tempo.
Esiste un progetto di legge unificato, relativo alla costruzione dei luoghi di culto. È stato presentato in Parlamento e sarà preso in esame.
Lei parteciperà al Sinodo speciale per il Medio Oriente? In tal caso, quale sarà il suo messaggio?
Patriarca Antonios Naguib: Tutti i vescovi del Medio Oriente parteciperanno al Sinodo speciale.
Lo stesso tema scelto per il Sinodo ne indica il messaggio principale: testimonianza e comunione.
La nostra prima missione, nei nostri Paesi, si realizza attraverso la testimonianza di vita tra noi, con i nostri fratelli e sorelle musulmani ed ebrei.
E perché la nostra testimonianza sia autentica e credibile, deve scaturire da una vita di comunione, in ogni Chiesa cattolica e tra le diverse Chiese cattoliche.
Inoltre, dobbiamo trovare modi per vivere e rafforzare questa comunione con le altre Chiese cristiane e con i nostri cittadini musulmani ed ebrei.
Il numero di donne che portano il velo è aumentato molto in questi ultimi vent’anni. È indice di un’evoluzione sociale che va verso il consolidamento di un sistema integralista? Quali sono, secondo lei, le cause di questa evoluzione?
Patriarca Antonios Naguib: La sua osservazione è esatta. Attualmente sono poche le donne musulmane che non portano il velo. Anche il niqab [velo che copre l’intero volto salvo gli occhi, n.d.r] si vede ormai sempre più frequente.
Credo che questa evoluzione sia il risultato dell’influenza dell’Islam wahabita nel Paese. Il fenomeno è iniziato con le istanze dei lavoratori egiziani nei Paesi del Golfo e si è propagato rapidamente rafforzandosi e generalizzandosi.
È poi diventato un fenomeno sociale, che si impone anche nelle famiglie più moderate e aperte. Ma il fatto indica anche un aumento del fanatismo.
Qual è la situazione dei mezzi di comunicazione cristiani di lingua araba? Esiste una cinematografia cristiana?
Patriarca Antonios Naguib: In Egitto, i media cristiani di lingua araba sono diversi. Vi sono riviste e quotidiani che appartengono alle diverse Chiese.
Il Libano era l’unico Paese del Medio Oriente che aveva emittenti radiofoniche cristiane. Télé Lumière ha anche avviato un canale televisivo – Noursat – che si sta sviluppando sempre di più.
Attualmente vi sono vari canali televisivi in lingua araba. La Chiesa copta ortodossa in Egitto ne possiede tre.
Questa Chiesa ha iniziato una serie di film a soggetto religioso che hanno riscosso un grande successo tra i cristiani copti.
[Intervista realizzata da Michaela Koller]