Dalla sezione delle Monache dell'Adorazione Perpetua in Culturacattolica.it una riflessione molto bella a partire dalla bellezza di un dipinto di Rembrandt:
Le urla degli ipocriti per soffocare la bellezza della verità
Siamo rimaste impigliate nello sguardo di Uria così intensamente immortalato da Rembrandt, mentre sfogliavamo un libro di arte. Ci siamo scoperte incapaci di proseguire nella lettura del libro, tanto efficace era la scena: Davide, sullo sfondo tenta di ingannare Uria, il quale invece, in primo piano è pieno di consapevolezza per l’ipocrisia della gentilezza del suo re. Sullo sfondo, accanto a Davide, il profeta Natan, silenzioso ma già presago del decorso della vicenda.
Ci siamo trovate allora a pensare che forse sarebbe meglio dare una lettura appena un poco approfondita alla vita di Davide re, prima di leggere o ascoltare per radio o vedere in tv, certe campagne contro la pedofilia tra sacerdoti.
E forse qualcuno si stupirà di veder scomodato il declassato Davide di antica memoria per una faccenda spinosa e, certamente, esecrabile.
Davide, nobile d’animo ma vittima delle sue passioni, il giorno in cui si lasciò conquistare dalla bellezza di Betsabea, fino a giacere con lei, non riuscendo a far credere che il figlio concepito dalla donna fosse del marito Uria, meditò di ucciderlo. E lo fece.
Quando il profeta Natan lo affrontò, gli raccontò la parabola dell’uomo ricco che avendo molte pecore, risolse di offrire all’ospite di passaggio l’unica pecora dell’uomo povero, tenuta da lui come una figlia. All’udir questa parabola Davide, infiammato di giustizia, proruppe nella giusta sentenza: quest’uomo merita la morte! E Natan da par suo non esitò a rispondergli: tu sei quell’uomo!
Quelli che gridano scandalizzati ai certamente colpevoli preti pedofili: Questi uomini meritano la morte! sono i medesimi che in passato hanno sacrificato volentieri i minori abusati, per la difesa di illustri pedofili, i quali - essendo una sorta di totem della cultura moderna (e sto pensando al famoso caso di Elton John ma ne potrei citare altri) andavano giustificati, scaricando la colpa anche sui bambini, ai quali – in fondo – il sesso piace!
Cari indignati anticlericali: Voi siete quegli uomini! E questo diciamo non per la difesa ad oltranza di chi ha oggettivamente sbagliato, ma per il pulpito da cui giunge la predica. Se i preti che si macchiano di quel crimine sono peccatori, la loro fede, sconfessa il loro crimine, mentre tra i più feroci accusatori vi sono quanti professano lecita la pedofilia e la licenziosità di certi costumi.
Che si possa avere tutti noi lo sguardo di Natan il profeta, uno sguardo capace di smascherare l’ipocrisia propria e altrui.
Siamo alle soglie di una Settimana in cui si commemora la morte in croce di Cristo, voluta da coloro che si erano trincerati dietro un opportunismo bieco: Guai agli ipocriti! Che gli eventi attuali ci possano risvegliare davvero: in ciascuno di noi sonnecchia l’ipocrita, che per nascondere le proprie magagne grida a più non posso contro quelle degli altri.
Davide, dopo l’accusa di Natan, cantò il miserere, ovvero il salmo 50: un salmo pieno di dolente pentimento per le proprie colpe, ma di grande fiducia nella misericordia di Dio. Eʼ quello che speriamo accada a tutti i pedofili, non solo ai preti che sono pur sempre una minoranza. È quello che speriamo accada a tutti per rimanere dalla parte della verità e non dalla parte di una falsa indignazione.
Non vogliamo imitarvi cari indignati: Guai agli ipocriti! Siano credenti o no.
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