DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

PAPA: ASSOLUTA CONTINUITA' CON WOJTYLA SULLA "TEOLOGIA DEL CORPO"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 apr.

Tra Giovanni Paolo II - che sara' presto elevato all'onore degli altari - e il suo successore Benedetto XVI - fatto oggetto in questi giorni di spietati attacchi che partono anche dall'interno del mondo cattolico - c'e' assoluta continuita' in un tema delicato come quello del sesso coniugale: hanno infatti la stessa visione sull'amore e sul matrimonio. Lo sostiene, gia' nell'introduzione, il libro "Chiamati all'amore", un volume che raccoglie la straordinaria "teologia del corpo" sviluppata da Papa Wojtyla non solo nei lunghi anni del suo Pontificato ma anche prima, nelle poesie e nelle opere teatrali. In entrambi i due Papi di questo travagliato inizio del Terzo Millennio prevale l'ammirazione per il grande dono dell'amore sponsale che eleva l'uomo e la donna al livello di Dio, facendoli artefici della sua creazione e partecipi della stessa relazione che ha Gesu' con la Chiesa. "In realta' - afferma la 'Redemptoris Hominis', enciclica programmatica del Pontificato Wojtyliano - quel profondo stupore riguardo al valore e alla dignita' dell'uomo si chiama Vangelo". E dunque "l'uomo e' il cammino della Chiesa". La "Deus caritas est", prima enciclica di Ratzinger fa eco: "non bisogna dire no all'esperienza umana e all'umana ricerca della felicita'". "Per Giovanni Paolo II il cammino dell'uomo e' quello dell'amore e Benedetto XVI - spiegano Carl Anderson e Jose' Granados, docenti dell' Istituto per studi su matrimonio e famiglia dell' Universita' Lateranense, che firmano il libro edito da Piemme - ha proposto proprio questo percorso nella sua prima enciclica continuando a percorrere la via aperta dal suo predecessore". Ma a ben vedere la grande apertura di entrambi i Pontefici e' in linea con Pio XII e i suoi attualissimi Radiomessaggi, con le parole coinvolgenti di Giovanni XXIII e la "difficile" enciclica "Humanae Vitae" che proibisce gli anticoncezionali me esalta il valore "unitivo" dell'atto coniugale. Ed e' in linea con la tradizione stessa della Chiesa, intesa come dottrina e fatta salva da "cadute" che pure ci sono state: "Dio ha creato a sua immagine con le proprie mani" scrisse ad esempio Tertulliano, il grande apologeta vissuto a cavallo tra il II e il III secolo. Per Anderson - che e' il capo dei Cavalieri di Colombo - e Granados - che e' un grande esperto di patrologia - "il legame tra l' amore e il cristianesimo", compreso l' amore carnale e l'eros e' il tema sul quale si gioca in qualche modo il futuro della Chiesa. Ma e' vero anche il contrario: "proprio perche' la nostra fede consiste nella rivelazione dell'amore, la fortuna dell' amore e' legata alla fortuna del cristianesimo". Parole perfettamente in sintonia con l'insegnamento di Papa Ratzinger. E d'altra parte non e' un caso se all'iniziativa ha contribuito la Fondazione Benedetto XVI che ha per finalita' il sostegno alla famiglia.
"Il corpo parla di Dio, ne svela la bonta' e la sapienza, ma parla al contempo anche dell'uomo e della donna e della loro universale vocazione all'amore": questa, in sintesi, la posizione di Wojtyla ricostruita Anderson e Granados.
Essa emerge in particolare dalle catechesi sulla "teologia del corpo" iniziate nel 1979 e completate nell'84, in cui il Papa polacco spiega "il ruolo della
sessualita' umana nel piano divino, mostrando in che modo il corpo poteva dare risposta alle fondamentali questioni dell'esistenza". "Veniamo da secoli - commentano Anderson e Granados - in cui il corpo umano e' stato disprezzato: guardato con sospetto, trascurato o negato nella sua dimensione affettiva e sessuale, come se essa comportasse inevitabilmente tentazioni e pericoli. Oggi il pendolo sembra volgersi dalla parte opposta, con un culto del corpo, che lo esalta, finche' e' giovane, bello e fonte di piacere, ma che poi lo rifiuta quando testimonia l'inevitabile decadenza, la malattia e la morte". Una tendenza cui Giovanni Paolo II seppe opporsi alla fine anche con la testimonianza della sua sofferenza. Ma il libro raccoglie anche le riflessioni sull'amore tra l'uomo e la donna disseminate nelle poesie, nei drammi e nei numerosi documenti di Papa Wojtyla, che per gli autori "superano visioni anguste e marginali". A cinque anni esatti dalla scomparsa del grande Papa polacco, mentre il suo successore ne ha appena riconosciuto l'eroicita' delle virtu' e - in attesa dell'approvazione del miracolo che lo fara' proclamare beato - non perde occasione per esaltarne la grandezza, e' commovente leggere le pagine sulla "nudita' originaria" di Adamo ed Eva nel Trittico Romano, sua ultima opera poetica: "quell'assenza di vergogna non proveniva da una carenza di sviluppo psicologico" ma dipendeva "dal fatto di avere gli occhi puri", in
grado di "percepire l' immagine di Dio contenuta nel corpo umano" e dunque di "scoprire che uomo e donna, nel loro essere maschile e femminile, erano stati dati l'uno all'altro e nel loro reciproco donarsi completavano il viaggio fino alla fonte stessa del dono", cioe' fino a Dio. Per la Chiesa infatti c'e' "l'immagine di Dio nel corpo". E i due autori riassumono nei titoli dei capitoli lo sviluppo coerente di questo pensiero ("L'amore rivelato nel corpo", "Dio ci affida il corpo come un compito", "La bellezza dell'amore: lo splendore del corpo") che propone un vero e proprio "riscatto del corpo" che potrebbe davvero aiutare a superare le incomprensioni tra la cultura di oggi e il cristianesimo delle quali abbiamo in questi giorni molti esempi: Ratzinger sostiene che dietro i "no" dettati dall'etica cattolica ci sono altrettanti "si'" e non c'e' dubbio che il suo predecessore questi 'si'' abbia cercato di farli emergere in tutta la sua "pastorale giovanile": a Cracovia con le giovani coppie e poi nella straordinaria esperienza delle Giornate Mondiali della Gioventu' che Benedetto XVI sta ora portando avanti.

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