DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Dietro l’onda “anomala” che sta flagellando la Chiesa ci sono grandi interessi. Di Luigi Accattoli

I giorni di Pasqua hanno visto un rilancio dell’onda anomala mediatica che sta flagellando la Chiesa Cattolica come se si trattasse di un covo di pedofili e che prende di mira il Papa indicandolo come corifeo degli insabbiatori, che è l’esatto contrario della verità. Ma forse proprio in questi giorni è iniziata la reazione del mondo ecclesiastico e cattolico a questa voga persecutoria: era ora e conviene dare un’occhiata panoramica a quanto è avvenuto e a come pare stia per svilupparsi la reazione, di cui si è fatto portavoce in primis il cardinale decano Angelo Sodano negli “auguri”al Papa letti in mondovisione domenica prima della celebrazione in piazza San Pietro.
L’attacco ha avuto la sua punta nei commenti immediati dei siti informativi e dei quotidiani on line, tra domenica e lunedì, incentrati sul fatto che il Papa il giorno di Pasqua aveva “taciuto” sulla pedofilia: come se fosse quello il momento giusto per una risposta ai media che lo stanno attaccando in gran parte del Nord del mondo. Si tratta di una campagna che svolge un teorema accusatorio a senso unico, rivangando il rivangabile e incolonnando uno sull’altro casi avvenuti in paesi diversi e in più decenni. Ognuno di essi ha un suo inquadramento e una sua risposta che viene data in tempi relativamente rapidi: la comunicazione vaticana e delle conferenze episcopali sta migliorando a vista.
Ma le testate coinvolte non si curano di alcuna risposta e quasi ogni giorno tirano fuori un’altra storia. Dietro ci sono grandi interessi: di studi legali - specie negli Usa - che chiedono risarcimenti per conto dei “molestati”, di ambienti a orientamento laico e laicista, dei media stessi alla ricerca di un’audience sensibile
alla denuncia scandalistica. «Come mai il Papa ha taciuto?» Si risponde che ha parlato il cardinale Sodano e allora parte l’accusa al “decano”che ha assicurato il Papa sul fatto che «il popolo di Dio non si lascia impressionare dal chiacchiericcio»: non si vergogna a definire lo scandalo come un “chiacchiericcio”?
In verità il cardinale faceva eco a un’espressione usata dal Papa stesso la domenica delle Palme, quando aveva invocato da Cristo «il coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti». Ma chi svolge una campagna non bada alla fonte di un’espressione e va avanti con la sua impresa. A ogni momento reclama che il Papa “chieda scusa” e “apra gli archivi”. Nella lettera agli irlandesi
- che è del 20 marzo - Benedetto XVI si era detto «scandalizzato e ferito» per le colpe dei sacerdoti «traditori» della loro missione, aveva indetto un anno penitenziale e una «visita apostolica» per fare pulizia, aveva riconosciuto gli «errori» compiuti dai vescovi e «con umiltà» aveva parlato alle vittime esprimendo «vergogna e rimorso».
Dunque le sue scuse le ha presentate e ha indicato la via per rimediare al malfatto.
C’è da salutare con totale adesione la sua volontà di fare chiarezza: dopo tanti decenni di nascondimento dei fatti, finalmente si dà la priorità alla tutela dei bambini e dei ragazzi, non si insabbiano le denuncie, si favoriscono le inchieste dei tribunali civili, si dialoga con le vittime per aiutarle a imboccare un cammino di guarigione.
Per intendere la strategia dell’assalto mediatico va posta attenzione alla dimensione
del fenomeno. Secondo indagini citate ultimamente dallo scrittore cattolico statunitense George Weigel, il 2 per cento dei molestatori sessuali accertati per gli anni che vanno dalla metà degli anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta erano - negli Usa - preti cattolici. È un fatto orribile ma il due per cento vuol dire un’entità statisticamente minima, eppure di loro si è parlato più di tutti gli altri sommati insieme.
Quella percentuale si è poi molto ridotta, stante l’opera di repressione e prevenzione attuata dalla stessa Chiesa, tant’è che nel “rapporto”dei vescovi statunitensi per il 2009 sono stati segnalati sei casi certi di abuso sessuale. E stiamo parlando di una comunità che conta sessantacinque milioni di battezzati.
Anche per merito di Benedetto XVI - che più di tutti ha contribuito all’adozione di una linea severa e trasparente - oggi gli ambienti della Chiesa Cattolica sono tra i luoghi più sicuri per i bambini e i ragazzi. Nessuno sta facendo quanto la Chiesa di Roma per correggere gli errori compiuti in questo campo.
Errori che fino a ieri erano di tutti, a cominciare dalle famiglie che anche quando sapevano evitavano le denunce.
www.luigiaccattoli.it

© Copyright Liberal, 7 aprile 2010