DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Vescovi obbligati a denunciare. Tempi rapidi per la riduzione allo stato laicale. Bertone: presto altre iniziative

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Dopo settimane di dissertazioni e accuse su documenti occulti e consegne del silenzio, il testo è stato pubblicato, in inglese, sia sul sito internet della Santa Sede sia sul nuovo blog vaticano (www.visnews.org), con accesso a Twitter e al portale su YouTube. Una «guida» alle procedure dell`ex Sant`Uffizio sui casi di pedofilia «che può essere d`aiuto a laici e non canonisti».
E spiega una cosa fondamentale: «Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte».
Nessuna consegna del silenzio: vescovi e superiori religiosi devono anzi denunciare gli abusi. Anche se questo vale, spiegano Oltretevere, solo nei Paesi nei quali «la legge civile» prevede tale obbligo.
Lo diceva Charles J. Scicluna, «promotore di giustizia» della Congregazione per la Dottrina della fede: «In alcuni Paesi di cultura giuridica anglosassone, ma anche in Francia», i vescovi hanno l`obbligo di denuncia; negli altri «non imponiamo ai vescovi di denunciare i propri sacerdoti, ma li incoraggiamo a rivolgersi alle vittime per invitarle a denunciare».
Il Vaticano ha più volte ripetuto che l`istruzione De delictis gravioribus - firmata il 18 maggio 2001 dall`allora cardinale Ratzinger per attuare un Motu proprio di Papa Wojtyla - aveva segnato la svolta, poiché garantiva un controllo più severo avocando all`ex Sant`Uffizio la competenza sugli abusi: e che il «segreto pontificio» che vi è previsto riguardava il solo processo canonico.
Lo stesso Benedetto XVI, nella lettera di marzo agli irlandesi, diceva ai vescovi: «Continuate a cooperare con le autorità civili nell`ambito di loro competenza».
Ora però la «guida» rende per la prima volta esplicito - inserendolo nelle «procedure preliminari»: - le cose da fare subito - ciò che nel testo del 2ooi era solo implicito.
Seguendo la «linea di trasparenza» di cui parla l`Osservatore Romano, ripercorre tutte le fasi: se il sospetto è «verosimile» il vescovo avverte l`ex Sant`Uffizio, ma è a lui che spetta di «tutelare i bambini» limitando subito l`attività dei sospetti «prima, durante e dopo qualsiasi provvedimento canonico».
C`è un`altra novità: nei casi «particolarmente gravi» o «con prove schiaccianti» il Papa può spretare il pedofilo «ex officio», senza processo, oppure concedere su richie- sta dei colpevoli la riduzione allo stato laicale «per il bene della Chiesa».
Certo il clima resta teso, negli Usa l`associazione di vittime «Snap» parla di «progresso minimo».
Ma è solo l`inizio: «Credo che il Papa prenderà altre iniziative ancora, che non mancheranno di sorprenderci», dice il cardinale Tarcisio Bertone. Tra queste, procedure più snelle e l`abolizione della prescrizione nei processi canonici. «E dimostrato che non c`è legame tra pedofilia e celibato - ha aggiunto Bertone -, molti altri studiosi hanno invece dimostrato un legame tra pedofilia e omosessualità».
A Malta alcune vittime di abusi chiedono di poter incontrare il Papa nel viaggio del 17 e 18 aprile. Il pontefice è sempre disponibile, fanno sapere in Vaticano, ma in via «riservata» e senza «clamori mediatici». .

© Copyright Corriere della sera, 13 aprile 2010