Perché non lavori? Tengo famiglia. Una donna inoccupata su due in Italia spiegherebbe così l’abbandono del posto di lavoro. Una risposta, purtroppo, ancora scontata, ma che rispecchia la realtà del nostro paese.
Almeno secondo un recente studio dell’Isfol (Istituto per la formazione professionale dei lavoratori) condotto su un campione di 6.000 donne senza lavoro dai 25 ai 45 anni. E questo è ciò che dicono i numeri: il 17,3 per cento delle intervistate sono state licenziate, il 12,6 per cento ha terminato la propria attività per la scadenza del contratto e il 45,9 per cento ha lasciato il lavoro per prendersi cura dei propri figli.
Non i pesanti e drastici tagli del personale, ma la famiglia sarebbe ancora la principale causa dell’inoccupazione femminile. Meglio, l’impossibilità di conciliare famiglia e lavoro.
Secondo l’istituto, infatti, molte italiane trovando poca flessibilità sul mercato rinuncerebbero a cercare un impiego, soprattutto se ci sono figli da curare. E così la rigidità degli orari, la carenza di servizi per l’infanzia e la scarsa disponibilità dei coniugi, lasciano spesso una donna su due al palo.
Eppure oltre la metà sarebbe disposta a lavorare part time e il 38 per cento addirittura con uno stipendio netto di 500 euro al mese o poco più. Senza considerare, conclude lo studio, che il confronto con i partner è penalizzante: se un uomo perde il lavoro è più facile che lo ritrovi (e in tempi più rapidi) rispetto a una donna, soprattutto se in fascia d’età fertile o con figli piccoli.
- Venerdì 7 Maggio 2010
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