DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il vulcano ha eruttato gli apocalittici-integrati

Amano la natura e odiano l’artificiale: farmaci, nucleare e ogm Sono in attesa del cataclisma definitivo. E la scienza? La ignorano
di Massimiliano Parente
Si può sapere chi ha inculcato alla persone l’idea che naturale è bene e artificiale è male? A rispondere «i comunisti» si passa per essere troppo berlusconiani, a rispondere «i cattolici» per troppo parentiani. Eppure sembra passata un’era geologica dalla fortunata contrapposizione tra «apocalittici e integrati» di cui non si sente neppure più l’Eco ormai. Gli apocalittici erano in genere marxisti e vedevano nell’Occidente il male peggiore, gli integrati erano gli altri, i figli dei vecchi borghesi, i conservatori, i liberali, gli ingenui, i collaborazionisti.
Gli apocalittici sono spariti? Magari. Si sono moltiplicati e siamo invasi dai loro Ogm, i loro replicanti mutanti, gli apocalitticintegrati, che sono poi gli stessi di prima arrivati al potere della comunicazione (non dovevano portarci la fantasia al potere? Perché ne hanno così poca?). E se non timbri il cartellino dell’apocalittico non sei integrato, non sei assumibile in alcuna redazione impegnata, non solo a Repubblica o all’Unità o al Fatto quotidiano ma neppure nei blog seri, e cioè alternativi, anche se leggendoli sono tutti uguali. Come la vecchia parodia morettiana dei giovani comunisti in Palombella Rossa: «Siamo diversi ma siamo uguali ma siamo diversi ma siamo uguali...». Infatti ciascuno ha il suo catastrofismo specifico, l’importante è farsi paladini della natura. Oh natura natura,/ perché non rendi poi/ Quel che prometti allor? Perché di tanto/ Inganni i figli tuoi?
Mai li ha ingannati come oggi, a Leopardi prenderebbe un infarto. Il catastrofismo deve essere sempre globale, planetario, cosmico, e sempre e comunque colpa dell’uomo moderno, alla fine stringi stringi è la trama di Avatar. Tanto per dirne una, questi mutanti dei vecchi marxisti ortodossi sono contrari all’inquinamento energetico ma anche al nucleare, tornato recentemente di moda come uno spauracchio. Le centrali nucleari cattivissime e artificialissime, che però, osservano gli scienziati tra cui il premio Nobel per la medicina Christian De Duve, sono al momento l’unica forma di energia pulita.
Sul web, tra i tanti, il top del marxismo apocalittico orfano di Marx e del Pci e del Muro di Berlino è il sito Il primo amore, che come scenari supera perfino Beppe Grillo, Al Gore e LifeGate, lì persino le eruzioni vulcaniche - come il recente caso islandese - sono causate dall’uomo. Se ci entrate dentro non ne uscite vivi. Per esempio, scrive Carla Benedetti: «Il riscaldamento globale non provoca solo lo scioglimento dei ghiacci in superficie, ma ha anche conseguenze profonde sulle attività vulcaniche, che aumentano e aumenteranno di conseguenza». Secondo Tarabbia si va verso la «disintegrazione dell’umano», mentre per fortuna Maria Pace Ottieri, tornando dall’India, ci ricorda che «siamo una specie e che la natura non ci appartiene, siamo noi ad appartenerle. E non sarà la natura a venire distrutta, ma la specie umana». Interviene anche Antonio Moresco con una lucida analisi su «cosa succederà di qui a pochi decenni se anche solo la quarta parte di quanto è purtroppo previsto si avvererà: migrazioni umane, esplosione delle strutture politiche e sociali, ingovernabilità, satrapie e concentrazione ulteriore del potere economico, politico e militare per riuscire a far fronte alla situazione senza arretrare di un pollice, per contenere masse umane atterrite prive di riferimento, prospettiva e governo». Sono diversi ma sono uguali ma sono diversi ma sono uguali ma al contempo non si capisce perché non li assumano a Hollywood come sceneggiatori dei film di Roland Emmerich.
Il bello è che gli apocalitticintegrati dicono di opporsi all’antropocentrismo ma ne sono inconsapevoli sostenitori, perché considerano l’uomo non in quanto parte della natura ma portatore di una missione speciale: distruggere il pianeta. Dimenticandosi oltretutto di essere, gli apocalitticintegrati, solo esseri umani, e che l’uomo e qualsiasi altro animale costituiscono solo l’1% delle specie sopravvissute da 570 milioni di anni a oggi, e cominciando a contare dagli eucarioti in poi, perché diventano tre miliardi e mezzo di anni se prendiamo anche i procarioti.
Gli apocalitticintegrati, a proposito, sono marxisti Ogm eppure sono contrari agli Ogm, sono favorevoli piuttosto a tutto quello che accade in natura, come se la natura fosse buona e non l’immane campo cosmico di sterminio che è.
Sono in genere vegetariani, antifarmacologici (sebbene la vita media delle civiltà prefarmacologiche fosse la metà della nostra e sebbene gli stessi apocalitticintegrati in stato di emergency combattano contro le multinazionali per mandare i farmaci nei Paesi in via di sviluppo o Paesi Emergenti o Paesi Poveri o Terzo Mondo o come preferiscono chiamarli) e dividono il mondo in naturale e artificiale. Per calmarsi prendono ogni tipo di intruglio o tisana o boccetta omeopatica e ti guardano male se ti scappano nomi di molecole a te familiarissime come alprazolam o citalopram o rizatriptan, come se ogni nostra cellula non fosse un mostruoso, spaventoso laboratorio chimico.
Si potrebbe, a scopo educativo, e non nelle scuole bensì tra gli adulti apocalitticintegrati naturalisti antiscientifici, riproporre il test che Nathan Zohner, uno studente americano quattordicenne, propose ai suoi compagni di classe di Eagle Rock. Un giorno del 1997 li invitò a firmare una petizione per bandire il monossido di di-idrogeno dal mondo, con le seguenti gravissime motivazioni: 1) è uno dei componenti principali delle piogge acide; 2) finisce per sciogliere quasi tutto quello con cui entra in contatto; 3) se inalato accidentalmente può uccidere; 4) allo stato gassoso può produrre ustioni gravi e 5) è stato trovato nei tumori di malati terminali di cancro. Tutte cose verissime. Il giovane Zohner ottenne 43 firme su cinquanta interpellati. Gli altri non si fecero fregare e trovarono al contrario molto pericoloso abolire l’acqua dall’ambiente.


«Il Giornale» del 7 maggio 2010