DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Love Parade Perché i ragazzi muoiono a vent’anni se gliene promettono centocinquanta?

Ci volevano 19 morti per far chiudere quella carneficina di cuori e cervelli di nome “Love Parade”. Parata dell’Amore. Già, cosa sarà che fa scendere nell’arena i giovani tori e li fa infilzare nel tripudio di se medesimi con le banderillas del caos a tutto volume, l’ecstasy e l’alcol che bruciano la voglia di vivere all’altezza del proprio desiderio di felicità? Cos’è che fa compassionare e criticare l’organizzazione con l’impotenza (leggete papà Aldo Grasso, Corriere della Sera, 25 luglio) di chi sa che non sa se stanotte suo figlio tornerà a casa o finirà calpestato dalla folla e impastato a un platano? In questo circuito pavloviano che è diventato il mondo immerso in un continuum di rumori (che è decisamente troppo chiamare “musica”), il vantaggio dei ragazzi che la moderna civiltà della schiavitù di massa fa diventare afasici e sordi alle istanze del cuore è che sono perdonati poiché proprio non sanno quel che fanno. Molte malattie, mentali e non, avanzano. Molti medici, psichiatri e non, attendono i loro clienti. In compenso movimenti nati consapevoli di significato, e perciò nati per rivoluzionare l’inferno, sono andati a vivere con la testa già in paradiso. I ’68 li fanno i nonni in cariola e anch’io, direbbe il famoso murales, non mi sento molto bene. Dice un santo biblico non bevitore: verrà un tempo in cui i vostri figli vagheranno su e giù per il mondo, affamati e assetati del Mistero, questuanti un senso alla vita e l’energia che fa restare attaccati alle cose, e non lo troveranno. Ma non dite che non c’è più religione. Il mondo trabocca di religioni. Siano i riti dionisiaci di Duisburg o i maghi della Scienza che fanno credere e sperare nel giorno in cui viaggiaremo a ritroso nel tempo. Intanto, sopravvissuti in attesa di istruzioni, cosa sarà che fa morire a vent’anni anche se si vive fino a centocinquanta?

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