DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Troppi sms, così i giovani orientali dimenticano la scrittura dei padri

MILANO – A furia di abbandonare carta e penna, mandare sms in caratteri romani, navigare sui siti d’Occidente, e magari inviare i propri messaggi digitando gli ideogrammi direttamente viatouchscreen grazie alle ultime applicazioni per smartphone, i giovani giapponesi e cinesi stanno dimenticando la tradizione della scrittura. E, oltre a scordare l’arte calligrafica, iniziano ad avere problemi anche a leggere e riconoscere i caratteri delle loro lingue. In cinese si chiama «tibiwangzi», che tradotto suona così: «prendere la penna, dimenticare il carattere».

GLI STUDI – L’allarme arriva dal magazine Daily Tech che parla della sempre più diffusa “amnesia da caratteri” degli adolescenti e ventenni orientali, collegata strettamente a una dipendenza dai sistemi automatici di inserimento delle parole. Ma già lo scorso mese di luglio il problema era stato sollevato dalla stampa internazionale, quando il corrispondente dalla Cina del francese Rue89 dedicò un reportage all’analfabetismo e all’oblio della tradizione scritta nel Paese. Un po’ quel che accade a furia di usare la calcolatrice per far di calcolo, o con l’uso delle memorie dei cellulari per ricordare i numeri di amici e parenti. In questo caso non è solo questione di memoria, ma di perdita di una tradizione e di un linguaggio secolare. Confermata dai dati di sondaggi e analisi: l’80 per cento dei giovani che hanno risposto al questionario lanciato dal portale cinese Dayang Net ammette di aver problemi a ricordare e riscrivere alcuni ideogrammi meno usati. Percentuali analoghe per il China Youth Daily, che lo scorso aprile ha lanciato un sondaggio cui hanno replicato oltre duemila giovani: l’83 per cento delle risposte riguardavano difficoltà di scrittura.


EVOLUZIONE – Questa amnesia da caratteri è trasversale rispetto al livello di istruzione dei giovani, colpisce infatti anche gli studenti universitari e si collega strettamente, secondo gli studiosi, a una sempre maggiore fatica anche nella lettura degli ideogrammi stessi. Vista la difficoltà nel ricopiare i simboli del linguaggio scritto, solo attraverso un costante esercizio di scrittura e lettura è possibile tenere allenata la mente. Il che oggi risulta difficile, complice l’uso sempre più diffuso dei caratteri romani per consultare siti e portali internet e per interagire con le tecnologie. Il che secondo Victor Mair, professore di lingua e letteratura cinese dell’università della Pennsylvania, non va giudicato solo negativamente, perché sarebbe semplicemente parte del «processo naturale dell’evoluzione».

Eva Perasso
02 settembre 2010


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