Dal sito Recensioni & Storia.it 12 aprile 2011
“E’ ancora materia di dibattito se si possa dire che nell’antica Grecia e nell’antica Roma siano esistite istituzioni che somigliassero agli ospedali come li intende l’età moderna… Tutto fa pensare che sia stata la Chiesa ad aprire la strada alla fondazione di istituzioni fornite di medici che facessero diagnosi e prescrivessero rimedi, e dove fossero presenti anche mezzi di cura.” A tali conclusioni giunge lo storico americano Thomas E. Woods Jr. nel suo volume “Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale”, tradotto e pubblicato in Italia da Cantagalli (Siena, 2007, pagg. 270).
Secondo Woods già nel IV secolo la Chiesa iniziò a promuovere la costituzione di ospedali su larga scala, al punto che quasi ogni città principale si trovò ad averne uno. In origine questi ospedali offrivano ospitalità agli stranieri, ma all’occasione si prendevano cura dei malati, delle vedove, degli orfani e dei poveri in genere.
Woods nel suo libro cita lo storico della medicina Fielding Garrison, il quale osserva che prima della nascita di Cristo l’atteggiamento degli uomini verso la malattia e le situazioni difficili della vita non era ispirato alla compassione: il merito di aver dato sollievo su vasta scala alla sofferenza umana è proprio del cristianesimo.
Uomini e donne dei primi secoli (spesso annoverati fra i Santi che la Chiesa venera) istituirono centri di accoglienza assimilabili ai nostri ospedali; ma come al solito furono i monasteri a svolgere un ruolo importante nella cura dei malati. L’Autore ricorda che in seguito alla caduta dell’Impero romano i monasteri gradualmente diventarono luoghi in cui si offrivano cure mediche organizzate che per molti secoli in Europa non furono disponibili altrove.
Per migliorare l’assistenza sanitaria e specialistica, tra il V e il X secolo i monasteri diventarono anche sedi di studio di dottrina medica. Oltre ai monasteri, nel corso del Medio Evo si distinsero per la cura degli ammalati anche i grandi ordini cavallereschi e militari impegnati nelle crociate. Uno di questi ordini, i Cavalieri di San Giovanni, non a caso noti come “gli Spedalieri” e più tardi divenuti Cavalieri di Malta, lasciarono un’impronta significativa nella storia degli ospedali europei.
La loro sede principale fu fondata a Gerusalemme intorno al 1080 in funzione dei pellegrini poveri ed ammalati. Quando Gerusalemme fu riconquistata dai Crociati nel 1099, l’ospedale di San Giovanni grazie alle donazioni dei fedeli crebbe fino a diventare un centro di assistenza di prim’ordine.
Lo stesso Goffredo di Buglione, appena entrato in Gerusalemme, volle visitare l’ ospedale e ne restò tanto edificato che fece ad essi copiose donazioni. I cronisti del tempo riferiscono che la struttura disponeva di un migliaio di letti per la degenza, ma molti di più erano i sofferenti e i poveri che vi potevano trovare cure ed accoglienza. L’articolo 16 di un codice che riguardava l’amministrazione dell’ospedale recitava: “Come i nostri signori ammalati dovrebbero essere ricevuti e serviti”…
Thomas E Woods, Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale - Cantagalli, Siena 2007, pagg. 270