DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Don Seppia e la catechesi del Papa

di Andrea Tornielli

Il male «non può essere accettato», ma «il Signore non vuole la morte del malvagio, ma che si converta e viva; il suo desiderio è sempre quello di perdonare, salvare, dare vita, trasformare il male in bene».

Lo ha spiegato Benedetto XVI nel corso dell’udienza generale di oggi, commentando l’episodio biblico di Sodoma e Gomorra, le due città dove dilagava l’immoralità, per la salvezza delle quali Abramo pregò Dio implorandolo di non far abbattere il suo castigo in nome di quei giusti che vi abitavano.

Con la sua preghiera, «Abramo sta dando voce al desiderio di Dio, che non è quello di distruggere, ma di salvare Sodoma, di dare vita al peccatore convertito». La necessita’ di trovare uomini giusti all’interno della città «diventa sempre meno esigente e alla fine ne basteranno dieci per salvare la totalità della popolazione». Ma «neppure dieci giusti si trovavano in Sodoma e Gomorra, e le città vennero distrutte». E ciò avviene perché «le città erano chiuse in un male totalizzante e paralizzante, senza neppure pochi innocenti da cui partire per trasformare il male in bene».

«Non è il castigo che deve essere eliminato – ha precisato Benedetto XVI -, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo». Serve però «una trasformazione dall’interno, un qualche appiglio di bene, un inizio da cui partire per tramutare il male in bene, l’odio in amore, la vendetta in perdono». Per questo i giusti devono essere dentro la città di Sodoma e Gomorra, e Abramo continuamente ripete: «forse là se ne troveranno …».


«Là – ha chiarito Ratzinger – è dentro la realtà malata che deve esserci quel germe di bene che può risanare e ridare la vita». «È una parola», ha aggiunto a braccio il Papa, rivolta «anche a noi» affinché «nelle nostre città si trovi il germe di bene, che facciamo tutto perché ci siano non solo dieci giusti per far vivere e sopravvivere le nostre città e per salvarci da questa amarezza interna che è l’assenza di Dio. E nella realtà malata di Sodoma e Gomorra quel germe di bene non si trova».

Ascoltando queste parole del Papa mi è venuto subito in mente il collegamento con l’episodio, triste e drammatico, del prete genovese accusato di aver abusato dei ragazzi offrendo loro in cambio cocaina.

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