Passi avanti decisivi tra cattolici e anglicani, con la Costituzione apostolica che il Papa ha preparato. Più che ricomporre uno scisma, però, si traggono le conseguenze di un altro scisma, in questo caso a vantaggio della Chiesa cattolica anche se in accordo con la Comunità anglicana.
Vantaggio non solo perché si spalancano le porte al ritorno di milioni di fedeli con i loro sacerdoti, ma soprattutto perché si conferma che la linea vincente e coerente è quella seguita da Roma. La volontà di fare tutti i passi necessari per permettere agli anglicani di aderire al cattolicesimo ha in realtà una storia lunga, che risale addirittura all'Ottocento, con un gigante come il cardinal John Henry Newman.
Almeno da allora e dal suo "Movimento di Oxford", che affrontava i temi che ancora oggi sono centrali nella questione. Newman infatti contrastava l'ascesa del liberalesimo e dell'illuminismo all'interno della Chiesa anglicana, e voleva collocarla in una via intermedia fra quelli che riteneva gli eccessi del luteranesimo da un lato e del cattolicesimo dall'altro. Nel corso dell'approfondimento del suo pensiero, però, e in particolare con i suoi studi sulle origini del cristianesimo, il futuro cardinale scelse di abbracciare del tutto la fede romana divenendone un importante teologo e filosofo.
Newman in qualche modo anticipò i tempi, e forse per questo un vasto numero di anglicani che apprezzava le sue idee non se la sentì infine di fare il passo ultimo. Altri importanti personaggi han- no seguito nei decenni successivi lo stesso percorso, trattandosi perlopiù ancora di conversioni isolate.
Negli ultimi anni però si è mosso qualcosa di più, e la percezione che una grande quantità di anglicani potessero tornare alla Chiesa di Roma era sempre più forte, anche sotto la spinta di due elementi potenti e di natura opposta: da un lato il grande fascino esercitato dalla figura di Giovanni Paolo II e dalla sua dolce fermezza, dall'altra le crescenti pulsioni "moderniste" che attirano una minoranza ma allontanano molti fedeli. Arriva a proposito l'iniziativa del Vaticano, che con prudenza e senza fretta ha però lavorato per rimuovere gli ostacoli formali che ancora si frapponevano all'abbraccio. Storicamente nella Chiesa anglicana c'era una distinzione tra la cosiddetta High Church e la Low Church. La prima credeva nella gerarchia episcopale e nell'Eucaristia, e di fatto solo ragioni disciplinari la separavano dalla Chiesa cattolica. La Low Church invece era molto più sensibile alle influenze protestanti, anche in teologia. Questa stessa distinzione storica è stata però superata e sostituita soprattutto da una nuova distinzione interna alla Chiesa anglicana. Da una parte quei settori che hanno ceduto di schianto all'ondata secolarista, e hanno adottato un orizzonte trascendentale dell'uomo moderno all'interno del quale, a loro avviso, è il cristianesimo che va ripensato e aggiornato, e persino amputato di tutte quelle parti che non rientrano in questo orizzonte. Dall'altra parte chi invece pensava che è il cristianesimo a fondare la storia, e che è la fede a costituire l'umanità piena, cui l'uomo è naturalmente chiamato ad aderire. Per questi ultimi la Chiesa è depositaria della fede ultima, e non deve dunque modernizzarsi né seguire gli umori dei tempi, ma al contrario deve mantenere vivi e puri gli insegnamenti di Cristo. La linea che impropriamente diciamo modernista ha avuto i suoi inizi, come abbiamo visto, già nel diciannovesimo secolo, sull'onda dell'illuminismo e del liberalesimo. Ma ha poi avuto un impulso nuovo e trainante nel secondo dopoguerra, con la secolarizzazione avanzante sull'onda di rinnovate ideologie. Negli ultimi decenni gli elementi importanti che hanno penetrato quella parte di Chiesa anglicana ed episcopale che più ha adottato questo orizzonte sono stati prima il femminismo, poi l'avanzata del movimento omosessuale, tanto da arrivare all'ordinazione delle donne e ora dei gay. Questo che è sentito come un progresso da parte di alcuni anglicani, è invece una situazione fortemente avversata da un'altra parte dei fedeli e del clero. Possiamo anzi dire che è fermamente contraria a tali sviluppi la parte più viva della chiesa anglicana, che è quella nelle terre di missione, specialmente in Africa. Un esempio su tutti la Nigeria. D'altro canto la posizione più progressista pur godendo di migliore stampa in realtà ha la maggioranza sì negli Stati Uniti, ma non certo incontrastata. E ancora più esile è la maggioranza modernista in Gran Bretagna, dove anzi forse questa maggioranza proprio non esiste: mi sembra piuttosto che si affrontino due minoranze divise da una maggioranza ondeggiante e incerta tra la posizione modernista e quella tradizionale. Questi balzi in avanti di una parte della Chiesa anglicana e episcopaleall'inseguimento dei temi più alla moda, per quanto riguarda donne, omosessuali ma anche altri temi ad esempio di bioetica, hanno provocato la reazione del resto dei fedeli, alcuni dei quali già sono passati individualmente ad altre confessioni, perlopiù quella cattolica. E negli ultimi anni più volte si è affacciata l'ipotesi di un grande scisma tra gli anglicani, uno scisma che di fatto già esiste specie tra le diverse chiese nazionali.
In questo contesto si inserisce la presa di posizione della Chiesa cattolica che spalanca le sue porte a chi voglia rimanere nell'alveo della tradizione cristiana, senza andare a fondare una ulteriore nuova confessione. Riunificazione resa possibile anche dalle scarse differenze originarie in ambito teologico. Fondamentale per questo è stata la figura di Giovanni Paolo II e la forza di attrazione della sua personalità, che è stata capace di mostrare un cuore grande, aperto al mondo e alla comprensione dei tempi di oggi senza cedere minimamente alle tendenze alla moda, mantenendosi saldamente fermo sulle posizioni storiche del cristianesimo in tutti i temi più sensibili. Giovanni Paolo II, e oggi Benedetto XVI, e la fermezza della Chiesa cattoli a sui princìpi, esercitano una grandissima attrazione sui cristiani nei Paesi in via di sviluppo ma anche negli Stati Uniti. Anche perché proprio negli Usa come in Europa è risultato evidente che la scelta della linea della secolarizzazione ha portato quasi all'estinzione quelle che vengono dette le Main Stream Churches, cioè le chiese protestanti originarie e principali, come i luterani, i metodisti, gli stessi episcopali. Quanto più hanno voluto adattare Dio al loro orizzonte trascendentale dell'uomo moderno tanto più si sono allontanate da Dio, e di conseguenza gli uomini si sono allontanati da loro. D'altro canto negli Stati Uniti per contrasto sono cresciuti enormemente i movimenti evangelici, i quali hanno reagito a questa linea di secolarizzazione. Una reazione probabilmente avvenuta in modo eccessivo, incentrata su un letteralismo biblico che a volte spinge agli eccessi opposti. Anche da questo dato di fatto della predilezione dei fedeli per gli evangelici alcuni anglicani e altri protestanti hanno cominciato a ripensare le loro scelte e hanno avviato una inversione di rotta, riportando la centro la fedeltà a Cristo come incontro e la tradizione della Chiesa. In tal senso segnalo tra i primi il mio amico luterano Richard John Neuhaves.
E a questo punto val la pena di segnalare un fenomeno parallelo a quello anglicano anche proprio fra quegli evangelici che pure non sono in crisi. Ciononostante anche loro hanno fortemente sentito il fascino di Giovanni Paolo II per la libertà e la grandezza con cui ha difeso la vita e la morale cristiana davanti all'ondata di secolarizzazione. Questa fermezza dal cuore aperto è la chiave attraverso cui la Chiesa può prepararsi ad accogliere il ritorno di molti fedeli, da "destra" e da "sinistra", e il lavoro con gli anglicani lo conferma. Opportuna e non nuova la scelta di creare un canale speciale con gli ordinariati personali, e potrebbe essere il caso di pensare a un rito anglicano apposito per i neoconvertiti, sul modello di quello che esiste per gli uniati e gli orientali: i fedeli riconoscono l'autorità papale, i dogmi e il catechismo cattolico, ma seguono alcune loro particolarità non fondamentali ai fini della fede, ad esempio nella liturgia oppure nell'accoglienza di sacerdoti anglicani sposati.
© Copyright Liberal, 21 ottobre 2009 consultabile online anche qui.