- Nacquero così le chiese e le cattedrali romaniche, caratterizzate dallo sviluppo longitudinale, in lunghezza, delle navate per accogliere numerosi fedeli; chiese molto solide, con muri spessi, volte in pietra e linee semplici ed essenziali. Una novità è rappresentata dall’introduzione delle sculture. Essendo le chiese romaniche il luogo della preghiera monastica e del culto dei fedeli, gli scultori, più che preoccuparsi della perfezione tecnica, curarono soprattutto la finalità educativa. Poiché bisognava suscitare nelle anime impressioni forti, sentimenti che potessero incitare a fuggire il vizio, il male, e a praticare la virtù, il bene, il tema ricorrente era la rappresentazione di Cristo come giudice universale, circondato da personaggi dell’Apocalisse. Sono in genere i portali delle chiese romaniche a offrire questa raffigurazione, per sottolineare che Cristo è la Porta che conduce al Cielo. I fedeli, oltrepassando la soglia dell’edificio sacro, entrano in un tempo e in uno spazio differenti da quelli della vita ordinaria. Oltre il portale della chiesa, i credenti in Cristo, sovrano, giusto e misericordioso, nell’intenzione degli artisti potevano gustare in anticipo della beatitudine eterna nella celebrazione della liturgia e negli atti della pietà svolti all’interno dell’edificio sacro.
- Nei secoli XII e XIII, a partire dal nord della Francia, si diffuse un altro tipo di architettura nella costruzione degli edifici sacri, quella gotica, con due caratteristiche nuove rispetto al romanico, e cioè lo stile verticale e la luminosità. Le cattedrali gotiche mostravano una sintesi di fede e arte armoniosamente espressa attraverso il linguaggio universale e affascinante della bellezza, che ancor oggi suscita stupore. Grazie all’introduzione delle volte a sesto acuto, che poggiavano su robusti pilastri, fu possibile innalzarne notevolmente l’altezza. Lo slancio verso l’alto voleva invitare alla preghiera ed era esso stesso una preghiera. La cattedrale gotica intendeva tradurre così, nelle sue linee architettoniche, l’anelito delle anime verso Dio. Inoltre, con le nuove soluzioni tecniche adottate, i muri perimetrali potevano essere traforati e abbelliti da vetrate policrome. In altre parole le finestre diventavano grandi immagini luminose, molto adatte ad istruire il popolo nella fede. In esse – scena per scena – venivano narrati la vita di un santo, una parabola, o altri eventi biblici. Dalle vetrate dipinte una cascata di luce si riversava sui fedeli per narrare loro la storia della salvezza e coinvolgerli in questa storia» [Benedetto XVI, Udienza Generale, 18 novembre 2009].
Il modo narrativo per le risposte alle domande fondamentali per cogliere la realtà in tutti i fattori cioè la verità che libera dall’ignoranza “da dove vengo, da dove veniamo?”, “a cosa sono e siamo destinati come persona, come famiglia umana, come universo?”, “da dove il male e chi ci libera? E’ l’incontro con Cristo presente nella sua Chiesa che libera?”, “c’è un al di là anche per il corpo, per tutto il progresso?”, questo modo narrativo è biblico, catechetico e le cattedrali sono una “Bibbia di pietra”, una catechesi che fa comprendere la fede celebrata nell’anno liturgico, dalla Natività alla Glorificazione del Signore, al dono del Suo Spirito. In quei secoli, inoltre, cresceva il cristianesimo come religione popolare. Gesù ha superato il comune pensiero religioso classista effettuando l’emancipazione dei semplici, rivendicando loro la possibilità di comprendere ciò che è proprio e peculiare di ogni uomo quanto lo comprendono i dotti, anzi meglio (Mt 11,25). Alla costruzione e alla decorazione delle cattedrali, in modo differente ma corale, partecipava tutta la comunità cristiana e civile; partecipavano gli umili e i potenti, gli analfabeti e i dotti, perché in questa casa comune tutti i credenti erano istruiti nella fede, superando il sistema pagano a due classi. Ecco perché Leone XIII vi ha colto anche le radici della democrazia moderna che senza le radici cristiane non può accadere.
Autore: Oliosi, don Gino Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it