Tratto da L'Osservatore Romano dell'8 novembre 2009
Aumenta in Spagna il numero degli aborti: nel 2008 sono stati 115.812, ovvero 3.675 in più rispetto al 2007. Si stima che ogni giorno vi sono stati 317 aborti, uno ogni 4,5 minuti.
"Nonostante le affermazioni del Governo - sottolinea Mariano Martínez-Aedo, portavoce dell'Istituto di politica familiare (Ipf) - la realtà rivela l'enorme dramma dell'aborto in Spagna, dimostrando che il problema è che vi sono moltissime interruzioni di gravidanza. Le donne si vedono abbandonate e sono spinte ad abortire". L'Ipf rileva che i dati relativi al 2008 sono stati presentati solo ieri - con dieci mesi di ritardo rispetto al previsto - nonostante l'intenso dibattito politico e sociale sviluppatosi nel Paese in merito al progetto governativo di una legge sull'aborto molto permissiva.
La crescita del numero delle interruzioni di gravidanza colloca il Paese al quinto posto in Europa: la Spagna, in questa triste classifica, ha ormai superato la Germania, che conta però il doppio degli abitanti, e si è ulteriormente avvicinata all'Italia.
Il dramma dell'aborto riguarda soprattutto le donne più vulnerabili, cioè le immigrate (43,7 per cento) e le adolescenti (8,83 per cento). La giustificazione legale per la quasi totalità delle interruzioni di gravidanza ha riguardato la salute della madre, cioè "il rischio psichico" connesso alla gestazione: questa sorta di strategia - denuncia l'Ipf - rappresenta un uso fraudolento della legge.
L'Istituto di politica familiare chiede quindi al Governo di realizzare un cambiamento avviando una normativa che invece aiuti la donna e i suoi figli.