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Riforma sanitaria Usa: delusione dei vescovi per il testo approvato al Senato

Primo sì del Senato americano alla riforma sanitaria. Ma per la Chiesa cattolica è un passo indietro rispetto al testo approvato dalla Camera dei Rappresentanti. Torna la copertura federale agli aborti. Restano inoltre esclusi dai benefici dell’assistenza medica gli immigrati. Il servizio di Roberta Gisotti.


Delusione dei vescovi sul testo della riforma sanitaria - non ancora definitivo – che ha registrato il voto favorevole del Senato, dopo che un altro testo licenziato dalla Camera dei Rappresentanti un paio di settimane fa, aveva invece riscosso il plauso della Chiesa cattolica riguardo il ‘no’ ai finanziamenti federali all’aborto. I vescovi denunciano che il progetto “non conferma l’impegno preso” dal presidente Obama. Da qui una lettera appello - a firma del cardinale Daniel N. DiNardo, della Commissione pro-vita, e dai vescovi William Murphy e John Wester, presidenti delle Commissioni Pace, Giustizia e Sviluppo Umano e Migrazioni – che fa appello ai senatori perché rivedano la copertura delle pratiche abortive e l’obiezione di coscienza, lamentando i costi aggiuntivi che gli assicurati sarebbero costretti a sopportare, impedendo pure alle strutture religiose di offrire ai propri dipendenti una copertura assicurativa conforme ai propri principi. Rivista al ribasso anche la spesa della riforma: se la Camera indicava circa 1200 miliardi di dollari, il Senato non arriva a 850 miliardi. “I vescovi cattolici - è scritto nella lettera – hanno chiesto per decenni una riforma sanitaria accessibile a tutti, specialmente per i poveri e gli emarginati.” Vero è che “il progetto del Senato introduce grandi progressi nell’assistenza alla popolazione”, “Ciò nonostante, se approvato” – rilevano i presuli – lascerebbe 24 milioni di persone fuori dalla copertura assicurativa sanitaria. Questo non è accettabile”, ammoniscono, chiedendo di abolire il divieto quinquennale per gli immigrati regolari di accedere ai benefici dei programmi sanitari e il divieto per gli irregolari di stipulare in proprio assicurazioni sanitarie. Concludono i vescovi che l’assistenza medica per tutti “è un bene comune, un imperativo morale e un urgente priorità nazionale”. L’iter legislativo della riforma sanitaria è dunque ancora lungo e pieno di ostacoli se occorrerà mediare tra i testi di Camera e Senato.