Laici e cattolici adulti, vi avevamo detto: mobilitiamoci contro la “cosa” applicando la legge 194 nella prevenzione e tutela sociale della maternità. E vi ritroviamo a votare la commercializzazione del veleno abortivo
Ma allora siete un branco di bugiardi, voi politici e giornalisti liberal, laici, cattolici democratici, adulti e scanzonati? Vi avevamo detto con una certa appassionata precisione: dopo trent’anni l’aborto, che non può essere oggetto di persecuzione penale, è diventato moralmente indifferente, un servizio sociale gratuito a cui si ricorre per fare i propri comodi o selezionare la razza, o per bisogno e ignoranza profonda del significato della “cosa”. E avevamo aggiunto: mobilitiamoci contro l’aborto, anche nella sua deriva eugenetica e nella forma asiatica della discriminazione sessista, mobilitiamoci contro la “cosa” applicando davvero la legge 194 che parla di prevenzione e di tutela sociale della maternità.
Mobilitiamoci, avevamo proposto, e stanziamo risorse per un piano nazionale per la vita, per le donne, per la maternità, per i bambini: risorse ingenti, e anche atti simbolici dirimenti, da cui si capisca che nessuna donna sarà mai più obbligata a partorire ma l’orientamento della comunità è chiaro, discernibile da tutti, solidale ma rigoroso, è un orientamento antiabortista. Mobilitiamoci per affermare un principio di diritto sulla scorta dell’articolo 3 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: la vita comincia con il concepimento e termina con la morte naturale, non deve essere manipolata e maltrattata da un’umanità che si prenda per onnipotente e si comporti da irresponsabile verso tutto ciò che non sia il proprio carattere di macchina desiderante, di pianificazione dell’infelicità e del malumore. Mobilitiamoci, avevamo concluso, se vogliamo essere credibili quando parliamo di pena di morte, quando proponiamo moratorie e salvaguardie di diritti umani che invece assassiniamo in pancia solo che ci si riveli difficile una gravidanza. Pacifisti, arcobaleni, solidali con i poveri e i deboli, ma pronti ad accettare la morte in pancia.
Ora ci sarebbe stata una piccola prova di sincerità, di serietà, di etica dell’intenzione almeno: accettare la riflessione sulla compatibilità tra la commercializzazione della pillola abortiva Ru486 e un orientamento sociale di contrasto alla pratica dell’aborto, che continua ad essere contata in centinaia di migliaia di soppressioni di vite umane in Italia, molti milioni ogni anno nel mondo, oltre un miliardo negli ultimi trent’anni. Ci avevate risposto, e tra voi i più bugiardi sono quei cattolici castigati dai vescovi americani per la contraddizione tra la prassi pubblica e la sequela di Cristo e della sua chiesa (vero Franceschini? vero Bindi?), che era arrivato il momento di fare qualcosa, magari in un altro modo da come proponevamo noi, ed ecco che vi vediamo votare per l’immediata commercializzazione di un veleno abortivo che chiude virtualmente la faccenda, che banalizza, universalizza e privatizza, sottraendolo a qualsiasi seria verifica pubblica della società o deontologica del medico, l’aborto procurato, questo scandalo supremo, di massa, seriale, questa catastrofe del nostro tempo che voi dite di volere arginare, e invece, bugiardi che altro non siete, non è vero.
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