Durante l'Eucaristia a Nazareth con Fouad Twal e Amato, Maria Alfonsina Danil Ghattas, fondatrice delle Suore del Rosario, salirà agli onori degli altari • Pizzaballa: «Un evento che ci dona coraggio»
di Giuseppe Caffulli
Tratto da Avvenire del 22 novembre 2009
Un evento «atteso con grande gioia. Una celebrazione che richiamerà da tutta la Terra Santa migliaia di fedeli». Padre Amjad Sabbara, il parroco francescano della basilica dell’Annunciazione non nasconde la sua emozione. Oggi, infatti, nella basilica di Nazareth verrà beatificata Maria Alfonsina Danil Ghattas, fondatrice, insieme a don Giuseppe Tannus, della Congregazione delle Suore del Rosario di Gerusalemme. Per la prima beatificazione a tenersi in Terra Santa, «migliaia di persone prenderanno parte alla Messa presieduta dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal», spiega padre Amjad. Sono attesi fedeli da Betlemme, da Gerusalemme, da Ramallah e dalle molte comunità cristiane presso le quali le suore del Rosario sono inserite. «Le autorità israeliane hanno concesso dei visti appositi per i fedeli che giungeranno dai Territori palestinesi. Dopo la visita di Benedetto XVI del maggio scorso – aggiunge Amjad – vivremo un altro esaltante momento di comunione ecclesiale». Alla Messa, oltre a una quindicina di vescovi provenienti dalle diocesi del Medio Oriente, sarà presente come inviato del Papa l’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Non poteva che essere Nazareth, la città di Maria, il luogo più appropriato per elevare alla gloria degli altari madre Maria Alfonsina, la cui vita è stata segnata da un rapporto speciale con la Vergine. Nata il 4 ottobre 1843 a Gerusalemme, Sultaneh (Regina) Danil Ghattas si presenta quattordicenne al postulandato delle Suo- re di San Giuseppe dell’Apparizione, di cui veste l’abito religioso nel 1860. Con la professione religiosa emessa sul Calvario, nel 1862, la giovane riceve il nome di suor Maria Alfonsina. Destinata all’insegnamento, intesse un rapporto profondo con le ragazze sue alunne, che riunisce nella Confraternita dell’Immacolata Concezione. Dietro suo impulso nasce anche un’associazione di mamme cristiane attiva ancora oggi a Gerusalemme. Zelante nel suo servizio ma umile nel carattere, le sue giornate sono ritmate dalla preghiera e dall’impegno soprattutto per le ragazze cristiane arabe.
Dal 6 gennaio 1874, un fatto straordinario cambia la sua vita. Mentre sta recitando il Rosario nell’oratorio delle suore, le appare la Vergine in una nube luminosa, con le mani aperte. Sul petto una croce, da cui pende un rosario aperto a cerchio, il capo attorniato da quindici stelle; sotto i suoi piedi due nubi, su ciascuna delle quali brillano due serie di sette stelle. Il 31 maggio dello stesso anno, nello stesso oratorio e sempre durante la preghiera del Rosario, Maria Alfonsina ha una seconda visione della Vergine, durante la quale avverte per la prima volta l’ispirazione interiore che la porterà a fondare le Suore del Rosario. Un cammino lungo, non facile.
Decisivo l’incontro con padre Joseph Tannus, che diviene suo direttore spirituale e si interessa in prima persona alla fondazione della nuova congregazione. Convinto dell’autenticità delle apparizioni a suor Maria Alfonsina, le chiede di redigere la narrazione completa delle richieste della Vergine riguardanti la nuova famiglia religiosa e di stendere un progetto di Costituzioni. Era l’8 novembre 1879. Il 24 luglio 1880, in una modesta casa del quartiere cristiano di Gerusalemme, non lontano dalla parrocchia di San Salvatore, nasceva con 5 ragazze il primo nucleo di quella che diventerà la prima congregazione autoctona della Chiesa latina di Gerusalemme, oggi diffusa oltre i confini della diocesi. Il 25 marzo 1927, mentre recita i quindici misteri del Rosario, pronunciando distintamente le parole «prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte», Maria Alfonsina muore nella casa di Ain Karem. È sepolta a Gerusalemme, in quella che nel 1937 diventa la chiesa del Rosario.
«La sua elevazione alla gloria degli altari è per noi cristiani di Terra Santa un grande dono – fa notare monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale per Israele – perché ci dona coraggio in un momento non certo facile e ci spinge ad assumere una missione evangelizzatrice ancora più incisiva nella Chiesa e nella società». «La beatificazione di Madre Maria Alfonsina – afferma il Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa – consegna ai cristiani locali un simbolo e un esempio spirituale in un tempo difficile in cui il loro numero diminuisce, con tante sfide quali la secolarizzazione, la formazione. E con i problemi politici che stentano a risolversi. Maria Alfonsina è una figlia della Palestina che ha vissuto in Terra Santa e che ha capito l’importanza dell’istruzione e della formazione soprattutto delle ragazze come necessaria al percorso di radicamento e di testimonianza cristiana in questa tormentata regione».
Quel «segreto» ben custodito
Le apparizioni della Vergine alla religiosa del 1874, narrate in un diario, rimasero segrete fino alla sua morte
Del rapporto tutto speciale di Maria Alfonsina con la Madonna non si seppe mai nulla durante la sua vita. Fu un segreto custodito con cura in un diario redatto per ordine del suo direttore spirituale padre Joseph Tannus. Solo dopo la morte della religiosa, la sorella Giovanna recuperò i due quaderni del diario; il primo ben sigillato con cera rossa conteneva i racconti delle apparizioni della Vergine. Li consegnò al patriarca latino di Gerusalemme Luigi Barlassina. Questi, non conoscendo l’arabo, se li fece tradurre e poi li consegnò a sua volta alla superiora generale delle Suore del Rosario. Solo allora venne svelato il segreto: era stata la Santa Vergine a volere Congregazione del Rosario con il carisma della promozione della donna nel contesto della società araba.
È la seconda volta che la Terra Santa vede salire all’onore degli altari una sua figlia. Il 13 novembre 1983 Giovanni Paolo II aveva beatificato Maria del Crocifisso (la «piccola araba» Mariam Bawardy, nata a Abellin in Galilea nel 1846 e morta a Betlemme nel 1878). Ambedue le beate in Terra Santa sono il «frutto» della restaurazione del patriarcato latino di Gerusalemme ad opera di Pio IX nel 1847.
Oggi le Suore del Rosario (280, con 63 comunità) sono presenti in Palestina, Israele, Giordania, Libano, Egitto, Emirati Arabi, Kuwait e Siria. È l’unica congregazione che, sulla base delle proprie costituzioni, accoglie nella vita religiosa solo ragazze di origine araba. Oltre all’impegno nella scuola, le religiose curano l’apostolato parrocchiale, gruppi mariani, la pastorale familiare e sanitaria.
(G. Caf. )