DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Cattolici in Italia, “minoranza creativa”

Sul Giornale di sabato ho ripreso un sondaggio finito quel giorno in prima pagina di Usa Today, nel quale si rileva come cresca in America il sincretismo e come sempre più persone cambino religione o passino senza troppi problemi dalle celebrazioni di una confessione a quelle di un’altra. Per scrivere l’articolo, ho intervistato Massimo Introvigne, direttore del Cesnur (il Centro studi sulle nuove religioni), che ha appena concluso una lunga e approfondita ricerca sulla pratica religiosa in Italia, analizzando a tappeto la frequenza alla messa domenicale nella diocesi siciliana di Piazza Armerina (scelta perché nei sondaggi nazionali è sempre risultata perfettamente nella media ed è dunque indicativa delle tendenze presenti nell’intero Paese). Se dai sondaggi normali risulta che i praticanti cattolici sono solitamente il 28-30 per cento della popolazione, dalla ricerca di Introvigne, che - lo ripetiamo - non è un sondaggio a campione ma un lavoro minuzioso che ha riguardato in un determinato giorno dell’anno ogni chiesa, cappella e celebrazione privata di quella diocesi, è emerso un dato più basso di una decina di punti (18-20 per cento). Da che cosa dipende questa discrasia? Introvigne mi ha spiegato che c’è un numero consistente di persone che, interrogate al telefono sulla loro pratica religiosa, per un senso di appartenenza sono portate a dire di essere praticanti, anche se poi non lo sono realmente o magari lo sono solo saltuariamente. Ma dalla ricerca del Cesnur emerge anche un altro dato: lo zoccolo duro dei praticanti, quel 20 per cento della popolazione italiana, sono molto più motivati e preparati: non frequentano solo la messa, ma anche si confessano con una certa frequenza e partecipano alle attività ecclesiali. Sono sì una minoranza, ma una “minoranza creativa”. per usare il termine adottato da Benedetto XVI.


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