Presa a sassate la grotta di Sant’Antonio nel villaggio di Kolaigiri. È la 66ma aggressione contro una comunità cristiana del Karnataka. Per il Global Council of Indian Christians negli Stati governati dal Bjp le autorità ignorano “il diffondersi della cultura di violenza e terrore contro le comunità della minoranza cristiana”.
Mangalore (AsiaNews) - La grotta di Sant’Antonio della chiesa del Sacro Cuore a Kolaigiri (Udupi) è stata presa a sassate nella notte del 14 dicembre. È il 66mo attacco contro le comunità cristiane dello Stato indiano del Karnataka, il quarto negli ultimi quattro giorni.
L’atto vandalico è stato scoperto alle prime ore del mattino del 15 dicembre, quando due fedeli hanno scoperto il danno alla bacheca di vetro che protegge la statua del santo (foto).
Il commissario distrettuale di polizia, Pravin Madhukar Pawar, ha compiuto un sopralluogo e assicurato che le forze di sicurezza “stanno dedicando tutte le dovute attenzioni alla vicenda” messa in atto da persone “che vogliono guastare il clima pacifico del distretto di Udupi”.
P. Jerome Monterio è da otto anni parrocodella chiesa del Sacro Cuore di Kolaigiri. Egli afferma che il villaggio “è un posto pacifico” e che “non ci sono ragioni per sospettare di nessuno”. Tuttavia l’escalation di violenze che sta colpendo le diverse comunità cristiane del Karnataka desta forte preoccupazione.
Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), spiega ad AsiaNews che l’atto di vandalismo di Kolaigiri è il quarto caso di aggressione contro i cristiani dello Stato negli ultimi quattro giorni. Il 12 dicembre i componenti del coro della chiesa metodista di St. Paul sono stati assaliti da estremisti. Il 14 dicembre 11 fedeli di Virapt sono stati fermati per alcune ore nel locale posto di polizia con l’accusa di aver compiuto conversioni forzate. Per lo stesso motivo e nello stesso giorno un pastore protestante e sua moglie sono stati picchiati da membri di gruppi estremisti.
Il presidente del Gcic afferma che nel Karnataka “i cristiani sono trattati come cittadini di seconda classe”. Atti vandalici, assalti alle chiese, arresti di fedeli e false accuse di conversioni forzate sono ormai all’ordine del giorno. “Questo fondamentalismo crescente – dice Sajan K George – avviene sotto lo sguardo miope delle autorità, che non vedono il diffondersi di una cultura di violenza e terrore contro le comunità della minoranza cristiana”.
Egli punta l’indice contro gli Stati in cui il Bharatiya Janata Party (Bjp) è al governo e si preoccupa per “l’inspiegabile ritardo nel rafforzamento della sicurezza nonostante l’aumento di incidenti” non a caso in crescita proprio nel periodo che porta alle feste di Natale.
“L’aspetto paradossale – dice il presidente del Gcic – è che mentre pastori e fedeli cristiani sono arrestati per presunte trasgressioni del codice penale, i criminali che aggrediscono loro e le chiese spesso e volentieri restano in giro liberi”.