di Giorgio Salina*
BRUXELLES, giovedì, 5 marzo 2009 (ZENIT.org).- Il 4 marzo si è svolta, presso il Parlamento europeo a Bruxelles, una Conferenza dal titolo “Inverno demografico e il futuro dell’Europa”, organizzata dal Gruppo Del Partito Popolare Europeo (PPE) e dell’ELFAC - European Large Families Confederation - (Confederazione di associazioni delle famiglie numerose europee).
Alla Conferenza ha partecipato, con propri inviati, anche l’ANFN (Associazione nazionale Famiglie numerose), un'Associazione italiana che fa parte di ELFAC.
Coordinava i lavori la sign.ra Marie Panayotopoulos-Cassiotou, eurodeputata greca del Gruppo del PPE, Presidente dell’Intergruppo per la Famiglia e per la Protezione dell’Infanzia, che in passato ha ricoperto la carica di Rappresentante della Confederazione greca delle famiglie numerose COFACE (1998-2004).
La Panayotopoulos è stata molto attiva, lungo l’arco di tutta la legislatura che sta per chiudersi, sui temi della famiglia e dell’infanzia; temi che hanno avuto un notevole impulso a partire dalla Presidenza tedesca dell’UE, nel primo semestre del 2007.
Da allora numerose sono state le iniziative: il CESE (Comitato economico e sociale europeo) ha svolto un’indagine conoscitiva sulla situazione della denatalità e della famiglia in Europa, condensata in un “libro bianco” dal sign. Stéphane Buffetaut, successivamente utilizzato per i lavori del Parlamento, che ha organizzato numerosi convegni ed audizioni in merito.
Occorre precisare che le risoluzioni del Parlamento europeo su questi temi non hanno valore vincolante perchè la materia è di competenza dei singoli Stati membri, tuttavia è evidente che hanno notevole “peso politico”.
Nel corso della Conferenza svoltasi mercoledì scorso, è stato presentato un documentario, che, per esplicita dichiarazione degli stessi organizzatori, ha l’obiettivo di sollecitare i Parlamentari europei affinche “prendano coscienza della gravità del problema (meno due milioni di nuove nascite all’anno tra i Paesi dell’Europa dei 27!) e siano più incisivi verso quei paesi, come l’Italia, che tardano a prendere misure serie per contrastare la bassissima natalità e continuano ad attuare politiche fiscali e tributarie che colpiscono duramente proprio le famiglie che hanno messo al mondo più figli”.
Il documentario sintetizza efficacemente i rischi dell’Europa a causa del crollo verticale della natalita - 50% in 50 anni -, che ha determinato “l’inverno demografico” del continente, ulteriormente aggravato dall’aumento dell’attesa di vita. Conseguenza di ciò potrebbe essere il peggioramento della già grave crisi economico-finanziaria attuale, sino al collasso economico. Ad esempio, un piccolo Paese come la Lettonia vede a rischio la propria sopravvivenza.
A partire dagli anni 70, quando si temeva la “bomba demografica”, sono cessate del tutto le già scarse politiche familiari e di promozione della natalità, sino al dramma odierno, di cui le prime vittime sono le famiglie numerose. Il documentario afferma che condizione essenziale per la ripresa e lo sviluppo è il rilancio della natalità, per tornare all’attivo del saldo demografico, e quindi condizione indispensabile è il rilancio di una sera politica a favore della famiglia.
Anche in questa, come in altre occasioni, è stato riconosciuto che alcuni Paesi, come ad esempio la Francia, hanno adottato politiche di sostegno alla famiglia. Ed i risultati cominciano a vedersi. Varie sono le misure ipotizzate, tra le altre: l’aumento dei servizi sociali a disposizione della donna lavoratrice, i congedi parentali per entrambi i genitori, agevolazioni fiscali progressive per le famlie in funzione dei figli minori.
Tutte proposte condivisibili. Ma, se posso esprimere una considerazione e formulare una proposta, anche in questa come in altre occasioni è tuttavia mancata, accanto alle richieste di agevolazioni e facilitazioni per la donna lavoratrice, e alle misure a favore della famiglia, una pressante domanda di valorizzazione sociale ed economica della donna “moglie e madre a tempo pieno”, scelta di enorme importanza per le nostre società, e ricchezza insostituibile della nostra tradizione e cultura.
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*Presidente dell’Associazione Fondazione Europa