AGI) - CdV, 10 dic.
(di Salvatore Izzo)
Tre anni dopo un chiarissimo invito a cambiare rotta nella repressione del fenomeno degli abusi sessuali sui minori e la recente pubblicazione del Rapporto Ryan su questi fatti, Benedetto XVI incontra domani i vescovi dell'Irlanda da lui convocati per una verifica sul loro operato.
Gli abusi sessuali sui minori rappresentano sempre "un crimine terribile", ma questi casi "sono ancora piu' tragici quando ad abusare e' un uomo di Chiesa": erano state queste le parole che il Papa aveva utilizzato il 28 ottobre del 2006 per invocare "tolleranza zero" dai vescovi irlandesi.
"Le ferite causate da tali atti - aveva aggiunto - agiscono in profondita' ed e' urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza la' dove esse sono state danneggiate". Se non si prendono provvedimenti adeguati, aveva aggiunto, "il pregevole lavoro e l'abnegazione della grande maggioranza dei sacerdoti e religiosi d'Irlanda finiranno con l'essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni dei loro fratelli".
Papa Ratzinger, aveva chiesto in particolare ai presuli di "stabilire cosa sia avvenuto realmente nel passato, e prendere ogni provvedimento affinche' casi del genere non avvengano di nuovo".
E di "assicurarsi che i principi di giustizia siano pienamente rispettati", indennizzando "tutti coloro che sono stati colpiti da questo grave crimine". "Solo in questo modo - era stata le sua conclusione - la Chiesa in Irlanda potra' crescere piu' forte ed essere ancora piu' capace di dare testimonianza della forza redentrice della croce di Cristo". Di fatto, in altre realta' - soprattutto negli Stati Uniti, dove il Papa nel 2008 ha compiuto un memorabile viaggio - sta pagando la linea durissima voluta da Joseph Ratzinger gia' da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede per sconfiggere il triste fenomeno dei preti pedofili.
Dalla pubblicazione delle nuove norme (2001), nel mondo i nuovi delitti sono stati molto di meno rispetto agli anni precedenti, come dimostra uno studio del "John Jay College" che rileva il "declino notevolissimo" dei casi denunciati a partire dai primi anni 2000.
L'opinione pubblica non se ne e' accorta perche' continuano a far notizia i processi in corso.
Per Benedetto XVI, come ha detto proprio ai vescovi dell'Irlanda, questo e' un "tempo di purificazione" da quella "sporcizia" da lui denunciata nella drammatica "Via Crucis" del venerdi' santo 2005, e che e' fatta dai "molti casi, che feriscono il cuore, di abusi sessuali sui minori, particolarmente tragici quando colui che abusa e' un prete".
Su questo terreno il Papa tedesco e' molto severo ed esigente, piu' del suo predecessore Giovanni Paolo II, tanto che non ha esitato a calare la scure anche su potenti uomini di Chiesa fin qui ritenuti intoccabili.
Ed e' stato proprio Ratzinger, da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, a codificare la linea della "tolleranza zero" in pieno accordo con il vertice dei vescovi americani riunito a Roma da Papa Wojtyla. Ai vescovi il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede "De Delictis Gravioribus", che definiva le linee guida del motu proprio con cui Giovanni Paolo II rafforzo' l'ex Sant'Uffizio nel giudicare i casi di violenze e molestie, chiese infatti "non solo di contribuire a evitare un crimine cosi' grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santita' del sacerdozio".
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