DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Perché a Natale gli olandesi faranno a meno delle croci di Natale

Roma. Tre anni fa i rappresentanti di
san Nicola, fondatore olandese della figura
di Babbo Natale, furono costretti a girare
scortati per le strade di Amsterdam
dopo un pestaggio violento da parte di
giovani islamisti. Per non offendere i musulmani,
e per fare di san Nicola un “simbolo
universale”, quest’anno il Natale degli
olandesi sarà celebrato senza la croce
cristiana nei municipi della nazione.
San Nicola, che in Olanda chiamano
“Sinterklaas”, è sbarcato come sempre al
porto di Scheveningen direttamente dalla
Spagna, vestito di talare rosso, con il
bastone pastorale e la mitra in testa. Persino
il principe Willem-Alexander, la
principessa Maxima e le tre figlie sono
andati al porto a riceverlo assieme all’ambasciatore
spagnolo. E’ una tradizione
risalente al Tredicesimo secolo, la festa
olandese più tipica, che apre il periodo
natalizio. Ma nei municipi del paese
la croce non comparirà quest’anno. Il
partito al governo del premier Balkenende
ha aperto una interrogazione parlamentare,
perché “le origini cristiane di
san Nicola non devono essere nascoste”.
Nel 2006 un manuale per le scuole in
Olanda stabilì che “Cristo” doveva essere
scritto con la “c” minuscola, per non
offendere la comunità musulmana sempre
più numerosa. Da anni si parla di eliminare
dal corteggio di san Nicola anche
gli aiutanti di colore, perché sarebbero
un simbolo razzista. Una censura preventiva
nel timore di reazioni islamiste c’era
già stata a Rotterdam, il giorno dopo
l’omicidio del regista olandese Theo van
Gogh da parte di un jihadista. L’artista
Chris Ripke, scioccato dall’omicidio Van
Gogh, dipinse un angelo sul muro esterno
del suo studio con il comandamento
biblico “Non uccidere”. Alla vicina moschea
trovarono il testo “offensivo” e
chiesero all’allora sindaco di Rotterdam,
il liberale Ivo Opstelten, di cancellare il
dipinto perché “razzista”. Wim Nottroth,
un giornalista televisivo, si piazzò di
fronte in segno di protesta. La polizia lo
arrestò. Una cameraman fu costretta dalla
polizia a cancellare le riprese. Anche
in Inghilterra si parla di rimozione della
croce. Il ministro laburista Christ Bryant
ha chiesto di adottare un altro simbolo
per la Croce Rossa a causa dei supposti
legami con le crociate.
Intanto aumenta lo scontro sul referendum
che in Svizzera ha messo al bando i
nuovi minareti. Ponendosi alla testa dei
paesi della Conferenza islamica, la Libia
ha chiesto ufficialmente il trasferimento
delle sedi delle Nazioni Unite dalla Svizzera
in segno di protesta contro il referendum.
“Impediremo la costruzione di
nuovi campanili”, questo il titolo di Jamahiriya,
il principale quotidiano del
paese. Il leader libico Mouammar Gheddafi
ha definito il divieto svizzero “un
provvedimento razzista”. Chissà se la
stessa cosa verrà detta a proposito della
piccola croce rossa che adorna da sempre
il goffo cappello del San Nicola olandese.
Intanto l’ex ministro dell’Integrazione Rita
Verdonk, a cui un imam olandese in
pubblico si rifiutò di stringere la mano,
denuncia il rischio di un collasso della
democrazia olandese: “Se continuiamo
così entro cinque anni figlie e nipoti andranno
tutte in giro con il velo islamico”.

Giulio Meotti

Il Foglio 5 dic 2009