di Giulia Galeotti
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a mesi le agenzie di stampa riferiscono di variopinte iniziative volte a introdurre l’educazione sessuale nella quotidianità degli adolescenti italiani. Siamo partiti dalla guida « Travelsex » e dalla mozione della Provincia di Roma a inizio estate ( possibilità di richiedere l’istallazione di macchine fornitrici di preservativi nelle scuole), per arrivare alla distribuzione di condom a gò- gò in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, celebrata due giorni fa, il 1° dicembre, quando, con inusitata solerzia, sono stati battuti molti luoghi a alta concentrazione giovanile.
Domenica il Network italiano di persone sieropositive ha distribuito 60.000 preservativi davanti agli stadi di Roma, Catania, Cagliari e Milano.
Martedì, in collaborazione con Akuel, la componente giovanile della Croce Rossa ne ha regalati 28.000 in 54 comuni ( da giovane a giovane pare che il messaggio sia più efficace), mentre la sera i crocerossini della provincia di Milano hanno offerto condom e informazioni in discoteca.
Aids colpisce nel 45% dei casi i giovani fra i 15 e i 24 anni » ha poi ricordato Giorgia Meloni, ministro delle Politiche Giovanili, durante la presentazione dell’iniziativa « Virus Free Day » che vede 200 librerie ( tra cui Feltrinelli, Fnac, Mondadori e Mel) impegnate in una campagna educativa, anche attraverso la distribuzione gratuita di condom. In prima linea, in occasione del 1° dicembre, ancora la Provincia di Roma che ha presentato un manuale ( in forma di diario) da distribuire nelle scuole superiori per informare i ragazzi sulle malattie sessualmente trasmesse. La campagna coinvolgerà anche i docenti, ai quali sarà distribuito un testo con suggerimenti tecnici su come organizzare il dibattito.
Si dirà che qualche concessione ai critici di tale allegra elargizione è stata fatta: alcune di queste campagne ( da quella della Croce Rossa all’opuscolo romano) si rifanno infatti al trinomio Abc ( « Abstinence, Befaithfull, Condom » ), indicando in astinenza, fedeltà e uso del preservativo – nell’ordine – i comportamenti sicuri per prevenire le malattie sessuali.
Eppure, c’è più di un motivo per non potersi ' accontentare'.
Nessuno contesta che la diffusione dell’Aids sia un’emergenza sanitaria globale ( coinvolgendo oltre 33 milioni di individui, cifra cui vanno aggiunti coloro che non sanno di esserlo) o che non sia preoccupante il fatto che le cifre stiano crescendo tra i giovani. Ciò che continua a sollevare un profondo stupore è che la scuola e la politica intervengano ex- post, tentando di porre maldestre toppe alla mancanza di responsabilità e di rispetto di sé che regna nei rapporti sessuali già tra i minorenni. L’astinenza, ad esempio, viene presentata come una cura senza che nessuno spieghi perché si debbano dare per scontato relazioni carnali tra chi non ha ancora finito la scuola dell’obbligo. Possibile che sia un valore accettare acriticamente il sesso a qualsiasi età, e che l’unica prova di responsabilità di cui gli adulti sono capaci sia dire « almeno fatelo in modo sicuro » ?
In linea con tutta la campagna, Gianluca Peciola ( consigliere e primo firmatario della mozione sull’educazione sessuale della Provincia di Roma) ha affermato che Hiv e altre malattie a trasmissione sessuale sono in Italia « un tabù che interessa soprattutto ragazzi e adolescenti, ai quali continua a non essere trasmessa un’informazione diretta, esplicita ed efficace circa i rischi che corrono durante le relazioni sessuali ' non protette'. L’opuscolo vuole rivolgersi alle scuole, ai loro rappresentanti e agli studenti affinché le informazioni possano attraversare quei luoghi dedicati istituzionalmente alla formazione dei nostri giovani » .
D’altro canto, in molti hanno auspicato che l’anacronistica educazione civica voluta dalla Gelmini venga sostituita con la ben più utile educazione sessuale.
Ma è davvero « un’informazione diretta ed esplicita » sul sesso ciò di cui gli adolescenti hanno bisogno? Perché non celebrare la giornata contro l’Aids interrogandosi sugli effetti psicologici che produce su personalità in crescita una sessualità barattata come merce di scambio di poco valore già tra i minorenni? Perché non educare al rispetto per il corpo, quel corpo che, accompagnando l’adolescente per tutta la vita, è destinato a diventare ( se rispettato) una parte preziosa della dimensione affettiva? Almeno, però, c’è una buona notizia. A oggi nessuna scuola ha chiesto alla Provincia di Roma l’istallazione dei distributori di preservativi. Per ora, le merendine sono rimaste sole.
Avvenire 3 dic. 2009